31 dicembre 2011

Classifiche

Fine anno, tempo di classifiche: i libri e i film più belli e quelli più brutti letti/visti nel 2011, in rigoroso ordine fino al primo posto, che sarebbe il più bello in assoluto/il più brutto in assoluto. E via:
LIBRI
I più belli:
10 - Appunti di un giovane medico di Bulgakov
9- Un bel mattino di Daphne du Maurier
8- Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj
7- Teatro di Natalia Ginzburg

Caro Michele

Molto molto simile a "La città e la casa", questo Caro Michele, e leggermente inferiore. Il fulcro del romanzo è la contrapposizione fra le persone "distruttive", balorde, come le definisce la Ginzburg, e quelle che invece costruiscono.

30 dicembre 2011

I tre moschettieri

Altra poderosa soap opera di Dumas, è un romanzo allegro e avventuroso, si legge d'un fiato. I personaggi al solito sono fumetteschi nelle loro caratteristiche, ci si affeziona perchè ognuno ha un'individualità ben precisa; le situazioni in cui si cacciano sono da operetta: amanti, avvelenamenti, duelli nelle camere da letto delle amanti, successive fughe in abiti femminili, vendette eccetera. I morti ammazzati hanno tempo e agio di declamare, prima di crollare a terra e spirare: traditore! mi hai ucciso! 

Ovvero l'ottimismo

"Crede" disse Candide "che gli uomini si sian sempre trucidati a vicenda, come fanno oggi? che sian sempre stati bugiardi, imbroglioni, ingrati, briganti, deboli, incostanti, vigliacchi, invidiosi, golosi, ubriaconi, avari, ambiziosi, sanguinari, calunniatori, dissoluti, fanatici, ipocriti e stupidi?"

29 dicembre 2011

Baciami come uno sconosciuto

Il Gene Wilder che conoscevo era, principalmente, l'indimenticabile di Frankestein Junior e il folle Willie Wonka della Fabbrica di Cioccolato.
Provo sempre un po' di delusione, nel leggere le biografie "dei famosi", e soprattutto quelle di uomini di grande intelligenza, quando, inevitabilmente, tra le righe si legge di personalità piegate su se stesse nel loro egocentrismo. Anche questa autobiografia di Wilder mi ha fatto quest'impressione: un uomo che sa fare il proprio mestiere come pochi, ma totalmente inetto nel gestire i propri rapporti, soprattutto familiari.

Filosofia dei materassi

Peccato che non siate più simile per temperamento a noi materassi. Vedete, noi conduciamo qui nella palude una vita tranquilla e ritirata, ci accontentiamo di garbazzare e screpetare e contemplare l'umidità in modo abbastanza plombesco. Alcuni di noi vengono uccisi, ma poichè tutti ci chiamiamo Lorro, non sappiamo mai distinguere una vittima dall'altra, così non siamo costretti a sobobare tutto il giorno.

28 dicembre 2011

Il viaggiatore del secolo

Ennesimo osannato caso editoriale, ennesimo sbadiglio: Neuman ha uno stile interessante, vicino, soprattutto nei dialoghi, a Saramago, ma senza riuscire ad uguagliarne la scorrevolezza e l'incisività. Il romanzo è appesantito da un 200 pagine buone che potevano essere tranquillamente sacrificate.

Al paradiso delle signore

Da una zuffa confusa generata da una traduzione quanto meno approssimativa e un correttore di bozze (probabilmente) inesistente, emerge, a cazzotti e con grande frustrazione, un bel romanzo sulla nascita del commercio moderno, del consumismo, e un ritratto impietoso di tutti gli istinti più frivoli e meschini delle donne.

25 dicembre 2011

Canto di Natale

"Oh, devi esser prigioniero, legato, e a doppia catena" gridò il fantasma "per non sapere che debbono trascorrere secoli di lavoro incessante da parte delle creature immortali su questa terra prima che tutto il bene di cui questa è suscettibile possa svilupparsi pienamente; per non sapere che ciascuno spirito cristiano che lavori con animo buono nella sua piccola sfera, qualunque questa sia, troverà che la sua vita mortale è troppo breve per le vaste possibilità di rendersi utile che offre, per non sapere che non c'è rimpianto abbastanza grande per espiare per le occasioni che abbiamo lasciato perdere nella vita."
"Canto di Natale" Charles Dickens, trad. Emanuele Grazzi

24 dicembre 2011

Ti saluto filosofia

E' una raccolta di racconti come di solito capita alcuni più belli, altri meno. Il problema, con i racconti, è solo mio, perchè i primi mi piacciono e me li gusto, poi inizio ad annoiarmi, e quindi gli ultimi mi piacciono sempre meno. E' la questione di leggere tante ambientazioni così brevi e disarticolate che mi disturba, penso. Mi piacciono i romanzoni.

Povera piccina


Patrick Dennis è diventato famoso con "Zia Mame", uscito in America nel 1955, che vendette 2 milioni di copie e rimase nelle classifiche dei best seller per un sacco di tempo. Adelphi l'ha rispolverato per (ri)farne un'edizione italiana nel 2009, che ebbe nuovamente (ma per la prima volta in Italia), dopo 50 anni dalla prima uscita, un buon successo. Piuttosto inspiegabile, io dico, perchè è un libro datato. Oggi la bizzarria di Zia Mame non è più così straordinaria, ma va be'...

23 dicembre 2011

Convenzioni cromatiche

Leggo oggi sul Corriere della Sera che una blogger inglese ha criticato un importante negozio di giocattoli per la netta divisione dei giocattoli "da maschio" e i giocattoli "da femmina", creando nello spazio espositivo un intero piano azzurro, tutto per i maschi, e un intero piano rosa, tutto per le femmine.
Non posso certo generalizzare non conoscendo la clientela inglese, ma ho una certa esperienza con quella italiana, e quindi comprendo la scelta tipo apartheid del negozio di giocattoli, pur essendo personalmente totalmente in disaccordo con queste esasperate differenziazioni di genere. Nel negozio dove lavoro, non faccio che combattere con la clientela offrendo rassicurazioni 8 ore al giorno che una ghettina, completamente bianca, è anche da femmina. Perchè iddio non voglia che una bambina possa portare una maglietta blu (SIGNORINA.... E' DA MASCHIO!) anche se ha le pailettes sopra, o un neonato (maschio) un calzino azzurro con un fiocchetto azzurro, perchè non si sa quali turbe può provocare un fiocchetto (seppur azzurro) su un neonato, chissà come potrebbe crescere, con questa insana abitudine ai fiocchetti.

David Copperfield


Mio caro giovane amico,
Il dado è tratto... tutto è finito. Nascondendo i segni degli affanni sotto la finta maschera della letizia, non vi ho informato, questa sera, che non vi è più speranza della rimessa! Per queste circostanze, umilianti a tollerare, umilianti a contemplarsi, umilianti a riferirsi, ho scaricato le obbligazioni pecuniarie contratte in questo luogo offrendo una cambiale, pagabile quattordici giorni dalla data, alla mia residenza, Pentonville, Londra. Quando dovrà essere riscossa, non vi sarà nulla. Il risultato è distruzione. Il fulmine incombe, l'albero dovrà cadere. 

22 dicembre 2011

Sentirsi di un'altra generazione

Qualche giorno fa ho incontrato una mia conoscente ed ex compagna di scuola e fra le chiacchiere generiche e senza impegno che si scambiano in queste occasioni, lei mi ha chiesto: "Parti?".
All'inizio non ho neanche capito. L'ho guardata in modo vacuo, tipo pesce, e le ho ripetuto sillabando: "Parto?", quindi lei come si parla ad un bambino di 9 mesi ha precisato: "Sì... vai da qualche parte per le feste?" allora il senso della domanda si è illuminato nel mio cervello e devo aver fatto senza volere una faccia terrorizzata, reazione involontaria al tumulto interiore che quella domanda mi aveva provocato, perchè mai, mai, mai una volta m'è venuto in mente che nei prossimi giorni di feste potesse prospettarsi la possibilità o il desiderio di una partenza, e la semplice domanda ipotizzante questa idea mi ha gettato sulle spalle tutte le incombenze che una simile eventualità può necessitare, sommate idealmente alle incombenze che già ti schiacciano nel periodo natalizio:

21 dicembre 2011

Effetti speciali

Guardo fuori dalla finestra. Ha iniziato a nevicare; la prima nevicata dell'anno. Freddo fa freddo, ma c'è un bel cielo terso, limpido, azzurro, eppure nevica. Che meraviglia! La gente passa per la strada senza farci troppo caso. Nevica a ciel sereno. E' neve secca, cade e rimane a terra. Rimango ipnotizzata a guardare questo inaspettato spettacolo: che incanto della natura! Che gioia!
Smette improvvisamente. Un po' troppo improvvisamente. Guardo i fiocchi per terra. Guardo in alto. Riguardo i fiocchi per terra. Riguardo in alto.
Era il tizio che abita al piano di sopra che buttava dalla finestra palline di polistirolo.

20 dicembre 2011

Il Commerciante

Se il mondo va a rotoli è colpa dei Commercianti. La crisi, lo spread, il surriscaldamento globale, le polveri sottili, l'inflazione, l'evasione fiscale, i treni in ritardo, la mancanza di parcheggi, la fame nel mondo, la pattumiera a Napoli, la SARS, tutto colpa dei Commercianti. Ma tracciamo un profilo di questa temibile categoria.
Il Commerciante non ha famiglia, non ha casa e non ha amici. Non è mai stato bambino: si è materializzato così nel suo negozio. Il suo non è un lavoro: è l'intera vita. Lui vive per odiarvi e vendervi le mutande. Il suo unico scopo è trattar male i clienti, truffarli, riempirli di oggetti indesiderati e derubare lo stato.

Igiene dell'assassino

La Nothomb è sempre alla ricerca di quell'arguzia anticonvenzionale che possa affermare ancora e ancora il suo senso di superiorità. Aspetto che le riesce, generalmente. Mi piace che una donna, sin da piccola (La metafisica dei tubi, Sabotaggio d'amore) abbia la spudoratezza di affermarsi "speciale"; l'eccezionalità della Nothomb è decisamente e caparbiamente (e, il più delle volte, felicemente) autoaffermata.
Questo libro doveva essere la quintessenza di tutte queste doti: un lungo dialogo fra un autore Nobel per la letteratura e vari giornalisti DEVE, per forza, essere incentrato su argomenti brillanti e anticonvenzionali, se no ne rimane ben poco. Purtroppo, non è così.

19 dicembre 2011

Giornate di lettura

Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiam vissuti tanto pienamente come quelli che abbiam creduto di aver trascorsi senza vivere, in compagnia d’un libro prediletto. Tutto quel che (a quanto ci sembrava) li riempiva per gli altri, e che noi scartavamo come ostacoli volgari a un piacere divino, – il gioco per il quale un amico veniva a cercarci nel punto più interessante; l’ape o il raggio di sole che ci davan fastidio, costringendoci ad alzar gli occhi dalla pagina o a cambiar di posto; le provviste che ci erano state date per l’ora di merenda e che lasciavamo accanto a noi sul sedile, senza toccarle, mentre, sopra il nostro capo, il sole diminuiva di forza nel cielo azzurro; il pranzo che ci aveva obbligati a rientrare e durante il quale pensavamo solo a salire, subito dopo, in camera, a terminare il capitolo interrotto, – tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto farci sentire soltanto l’importunità, ne imprimeva invece in noi un ricordo talmente dolce (e, pel nostro giudizio attuale, più prezioso di quel che leggevamo allora con amore) che, ancor oggi, se ci càpita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardiamo come se fossero i soli calendari da noi conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni che più non esistono.
"Giornate di lettura" Marcel Proust

Ethan Frome

Ottimamente scritto, con una potenza visiva fuori dall'ordinario: la parte in cui Mattie e Ethan passano la serata da soli è memorabile, la presenza spirituale di Zeena si respira in ogni parola, un brano veramente eccezionale.
Il finale è tremendo.
"Ethan Frome" Edith Wharton, BUR, 6,70 € ****/5

18 dicembre 2011

Vita da commessa - La realtà è invisibile agli occhi

Cliente: Volevo quelle scarpine con Babbo Natale in vetrina.
Io: Quelle con Babbo Natale?
- Sì! Quelle in vetrina. E' un po' di giorni che le vedo in vetrina, ogni volta dico ma che carine!
Mentre vado a controllare in vetrina, perchè non ho proprio idea di quali siano le scarpine di Babbo Natale, la cliente continua a ruota libera, rivolta al marito: - Sai, ogni mattina passo e penso: sono troppo carine! Ma come sono carine le cose da bambini! Ma come gli è venuto in mente di fare le scarpine di Babbo Natale! Tutte rosse, da Babbo Natale! Viene voglia di fare un bimbo!
Io torno dalla perlustrazione in vetrina con un paio di scarpine su cui non c'è Babbo Natale, ma una renna.
- Signora, sulle scarpine non c'è Babbo Natale.
- No! Le avete finite?
- No, veramente queste sono le uniche scarpine natalizie che ho.
- Ma sì, c'erano di Babbo Natale! Le ho viste tutti questi giorni!
- No, signora, erano queste.
- Ma no, c'era Babbo Natale!
La conversazione sembra giunta ad un punto morto.
- Ma è sicura che non ci sono con Babbo Natale?
- No... non ci sono mai state.
- Oh... no, con la renna non mi piacciono.
Escono.

Alexandre Dumas

Questo è il tipo
Quando leggo Alexandre Dumas (e ho letto poco, lo premetto: solo "Il conte di Montecristo" e adesso sto leggendo "I tre moschettieri) mi vien tanto da ridere, perchè i suoi romanzi fiume sono tripartiti: per un terzo sono fatti di trama rocambolesca, per un altro terzo di personalità dei vari personaggi, e per un terzo sono fatti di Dumas stesso. Perchè questo autore più di altri è un imprenditore di sè stesso, anche piuttosto sfacciato. Si sa che veniva pagato a riga, ma anche chi non ne è al corrente leggendo i suoi romanzi lo sospetta, perchè sono per metà dialoghi (quindi righe più corte e frequenti a-capo), e per di più dialoghi che assomigliano a questo:
- Signor d'Artagnan?
- Sono io.
- Lei è proprio il signor d'Artagnan?
- Sì, in carne ed ossa.

17 dicembre 2011

La classe fa la ola mentre spiego

Dopo attente osservazioni sono giunto alla conclusione che la classe è composta da scemi.

Gli alunni G.,S. e E. in ultima fila votano gli interventi dei compagni con delle palettine numerate artigianali. 

N. neanche oggi ha i libri relativi alle materie della giornata. Alla mia richiesta di mostrarmi cosa abbia portato allora a scuola, con aria seccata svuota lo zaino sul pavimento. Annoto la presenza di una radio, una piccola palla, dei giornalini di dubbio gusto, numerosi dolci e mezza banana. Non vi è traccia alcuna di materiale scolastico. 

Ghiaccio-nove

Cristo, a Chicago ormai non le facciamo più le biciclette. Ci occupiamo solo di relazioni umane adesso. Le teste d'uovo stanno lì a scervellarsi per trovare nuovi modi di rendere felici tutti quanti. Non si può licenziare nessuno, non c'è verso, e se qualcuno per caso fa una bicicletta, il sindacato ci accusa di pratiche crudeli e disumane e il governo confisca la bicicletta per gli arretrati sulle tasse e la regala a un cieco dell'Afghanistan. [cit. non ricordo la pagina]
"Ghiaccio-nove" Kurt Vonnegut, Feltrinelli, 8 €

16 dicembre 2011

Della vita

Il fondamento di tutto ciò che io so di me e di tutto il mondo, è quel particolare rapporto in cui io mi trovo con il mondo, e in conseguenza del quale io vedo altri esseri che si trovano ciascuno in un suo particolare rapporto con il mondo. E il mio particolare rapporto con il mondo non si è stabilito in questa vita, e non è incominciato con il mio corpo né con la serie delle coscienze che in me si succedono nel tempo.
E perciò il mio corpo, che la mia coscienza temporale unisce in un unico intero, può venir distrutto, e può venir distrutta anche questa mia coscienza temporale, ma non può venir distrutto quel mio particolare rapporto con il mondo, che costituisce il mio particolare io, a partire dal quale s'è creato per me tutto ciò che c'è. Esso non può venir distrutto, perchè esso solo è. Se esso non ci fosse, io non conoscerei la successione delle mie coscienze, non conoscerei il mio corpo, non conoscerei la mia né alcun'altra vita. E perciò la distruzione del corpo e della coscienza non può essere addotta come una dimostrazione del fatto che debba venir distrutto il mio particolare rapporto con il mondo, che non è cominciato in questa vita e non ha avuto in essa la sua origine. [pg. 187]
"Della vita" Lev Tolstoj

Il treno per Helsinki

Questo romanzo mi è piaciuto, ma non riesco a capire se mi è piaciuto molto, eppure nel dubbio sono sicura che è un romanzo che mi rimarrà impresso nella memoria.
Innanzitutto mi ha stupito lo stile: della Maraini ho letto "La lunga vita di Marianna Ucria", che è un romanzo con una scrittura molto delicata, una voce silenziosa, perfetto quindi in relazione alla protagonista, che è sordomuta. Invece, questo "Il treno per Helsinki" è un romanzo molto rumoroso, piuttosto sboccato, e nervoso.

Chi è morto alzi la mano

Bella sorpresa, la Vargas! Un giallo-non-giallo, nel senso che non indugia su tutti quei dettagli macabri che mi disturbano sempre. Lo stile è elegante, leggero, raffinato. I personaggi sono adorabili, quelli maschili molto meglio sviluppati di quelli femminili. Efficace e simpatica la caratterizzazione del trio con i rispettivi periodi storici e i tratti caratteriali correlati. Qualcosina di Pennac nello stile.
"Chi è morto alzi la mano" Fred Vargas, Einaudi, 12,50 € ****/5

15 dicembre 2011

L'immortalità

La somma dell'utilità di tutta la gente di tutti i tempi dà come risultato esattamente il mondo così com'è. Da ciò deriva: non c'è niente di più morale che essere inutili.
La realtà è più forte dell'ideologia. E proprio in questo l'imagologia l'ha superata: l'imagologia è più forte della realtà, che del resto da molto tempo ha smesso di essere per l'uomo quello che era per mia nonna, la quale viveva in un paese della Moravia e conosceva ancora tutto per esperienza personale: come si cuoce il pane, come si costruisce una casa, come si uccide il maiale, come si fa ad affumicare la carne, come si imbottiscono i piumini, che cosa pensavano del mondo il parroco e il maestro; ogni giorno incontrava tutto il villaggio e sapeva quanti omicidi erano stati commessi nei dintorni da dieci anni a quella parte; aveva, per così dire, un controllo personale sulla realtà, cosicchè nessuno poteva darle a bere che l'agricoltura in Moravia era fiorente se in casa non c'era da mangiare.

La luna e i falò

 Letto dopo aver fatto la conoscenza dell'uomo Pavese attraverso le magnifiche descrizioni della Ginzburg, e probabilmente troppo influenzata dalla melanconia e l'insoddisfazione che se ne evincono, "La luna e i falò" non mi ha convinta. Lo stile è farraginoso, poco scorrevole e sa di ricercato, cadendo purtroppo nell'artificioso. La storia emerge a tratti nella sua poesia, ma viene schiacciata e soffocata da questo stile prepotente.
"La luna e i falò" Cesare Pavese, Einaudi, 10,50 € **/5

14 dicembre 2011

Strategia dentistica

Andare dal dentista è come il Risiko: si instaura nel momento in cui ti stendi sulla poltrona una specie di valutazione reciproca: tu, paziente, del professionista che hai davanti, che non è piacevole farsi trapanare i denti da una persona incompetente; lui, professionista, del paziente e relative capacità economiche, perchè uff, il minimo sindacale dal dentista s'è perso di vista da un bel po', sai quante spese ho? sai quanto costano i materiali? quanto mi chiede lo stato? e pare che se non fai ponti su ponti, impianti cerebrali, ricostruzione di denti scultorea, perni in diamante, riproduzione della Cappella Sistina sugli incisivi, non si sa, di che morte orrenda puoi morire. Se si ha la sfortuna di sembrare ricchi, la proposta di implantologia e apparecchi ortodontici raggiunge il parossismo, con ipotesi e possibilità fantasiose mai sentite da comuni mortali, tutte costosissime.

Il capro espiatorio


La du Maurier si cimenta nella classica storia dello scambio di sosia. E' un romanzo un po' ingenuotto: è semplicistica l'idea che John parli così bene il francese da poter esser scambiato per Jean, e viceversa. Anche i dialoghi con frequenti e dettagliati revival del passato sono un po' forzosi.

13 dicembre 2011

Vita da commessa - Tutto il mondo è Benetton

Cliente: Salve, vorrei una maglietta della Benetton.
Io: Ah. Non ho la Benetton...
- Come non ha la Benetton?
- Non ce l'ho. La Benetton la trova alla Benetton.
- Ah...
- Le posso far vedere una maglietta non Benetton?
- (confusa) Sì.... cioè... si mettono, no? 

Giro di vite

Una storia di spettri fortemente simbolica, scritta magnificamente, nella quale ci si trova strettamente avvolti, come se fossimo anche noi nella magione sprofondata nella campagna inglese, nebbiosa come si conviene.
Un'istitutrice si trova a dover gestire due bambini, Flora e Miles. Quest'ultimo, il più grande, viene cacciato dal collegio, e mai si sapranno, con precisione, le motivazioni di una così drastica punizione; motivazioni ancora più misteriose vista l'aria angelica e bellissima dei due bambini, e la loro squisita educazione.

Nuova terminologia specifica

Dal dizionario:
iniquo [agg.]: che agisce senza equità; che denota tale vizio.
Oggi:
iniquo: utilizzabile esclusivamente ed immancabilmente in relazione a "manovra economica -" o, più semplicemente "manovra -", nebuloso aggettivo dispregiativo da pronunciarsi con aria di altero disprezzo, malcelato senso di superiorità e sottile derisione.

12 dicembre 2011

La posta in Italia (già ai tempi di Dickens)

Ci sarebbe un postino per la zona, a dire la verità, ma si ubriaca e perde le lettere, dopodichè viene ad avvisarcene e ce ne chiede perdono buttandosi in ginocchio, il chè è commovente, ma di scarso rimedio. Circa tre settimane fa l'ho pescato all'osteria qui vicino che giocava a bocce nel giardino. Erano già le cinque del pomeriggio, più o meno, e lui si sventolava con un giornale indirizzato a me sin dalle nove del mattino.
"Lettere da Genova, Napoli ed altre città" Charles Dickens, a cura di L. Angelini, Archinto, 7,23 € *****/5

La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo

Comprai questo libro per il titolo, che fa molto british. Ora guardate il tipo serio e pensoso con l'indice alla tempia in copertina: ecco, quel tizio lì, non c'entra niente col romanzo: Sterne era un PAZZO.
Prendete questo romanzo come un’occasione unica per discorrere con un uomo del settecento dotato di un bizzarro senso dell’umorismo, folle nei suoi ragionamenti, e prodigo di doppi sensi- quando mai vi potrebbe capitare?

11 dicembre 2011

Vita da commessa (che all'occorrenza diventa vigile) - Il codice stradale è per pochi

Uno: Scusi, posso mettere la macchina in divieto di sosta?
Io: (già confusa dall'assurdità della domanda) Be', in teoria, no.
- Quanto si paga all'ora?
- In divieto di sosta??
- Sì, è domenica, non si paga, no?
- .... nel caso paga la multa...
- Va be', vado a chiedere al vigile.

10 dicembre 2011

Della vita

Quando l'uomo comincia a vivere di vera vita, quando cioè si solleva ad una certa altezza al di sopra della vita animale, da questa altezza egli vede l'illusorietà della propria esistenza animale, la quale termina inevitabilmente con la morte, vede che la sua esistenza sul piano è da ogni parte interrotta da abissi e, poichè non ammette che il suo esser giunto a quell'altezza sia la vita stessa, prova orrore di ciò che da quell'altezza ha visto guardando giù. Invece di riconoscere la propria vita nella forza che l'ha sollevato, e di andare lungo la direzione che così gli si sta rilevando, egli prova orrore di ciò che a quell'altezza gli si sta rivelando e apposta ne discende giù, va a mettersi il più in basso possibile, per non vedere i precipizi che gli si sono rivelati. [pg. 113]
"Della vita" Lev Tolstoj, Mondadori

Sul valore dei libri

Forse sono stata l'unica lettrice ad essere stata contenta, o sicuramente una delle poche, quando è passata la legge Levi, quella legge sul divieto di scontare i libri più del 15%. Era qualche anno che c'era questa moda delle case editrici di scontare i propri titoli, sicuramente per incentivare gli acquisti in tempi di crisi.
Ora, io sto sempre attenta ai prezzi in libreria, perchè se scegliessi a ruota libera dovrei accendere un mutuo, e perchè leggo tanto, ma tanto, e anche spendendo 10 € a libro, viene una cifretta. Sono anni che mi tengo lontana dai rilegati, prezzi inarrivabili, fascette entusiastiche e spesso autentici orrori. Comunque, giusto per dire che non sono milionaria, che sicuramente ho approfittato anch'io degli sconti, e in un certo qual modo gradivo questa catena di offerte, che iniziava da una casa editrice, e poi seguivano a ruota le altre, e insomma un paio di volte l'anno qualsiasi libro volessi lo trovavo scontato.

9 dicembre 2011

I padri

Da tempo orfani, noi generiamo degli orfani, essendo stati incapaci di diventare noi stessi dei padri. (...) 
Penso tuttavia che se non abbiamo padre è perchè, come ho detto, non lo meritiamo. Incapaci di isolare e leggere in noi stessi i nostri errori, di chiamarli duramente col loro nome, disposti sempre a censurarli e ignorarli, a fingere con noi stessi che non esistano, tolleranti verso i vizi e gli errori dei nostri consanguinei e gli amici di una tolleranza che non è generata da pietà o comprensione, ma è fatta d'ozio, di indifferenza e soprattutto di confusione, usiamo lamentarci dell'assenza della critica come bambini che sono stati messi a dormire al buio.

... e brutti film

Come Alfie, con Jude Law, che non capita spesso ma capita che guardi un film e dici: mamma che brutto.

8 dicembre 2011

Barnaby Rudge

Barnaby Rudge viene pubblicato a puntate sul giornale Master Humphrey's Clock nel 1841. E' il quinto libro di Dickens, dopo Pickwick, Oliver Twist, Nicholas Nickleby e La bottega dell'antiquario. Non è il miglior  Dickens: risente, sicuramente, della giovane età dell'autore: Dickens ebbe successo fin da giovane (quando esce Pickwick, lui ha soli 24 anni), ed è generalmente approvata l'idea che dopo essersi provato nei personaggi comici (Pickwick, La bottega dell'antiquario), nel tragico (Oliver Twist), e nello stile del più classico romanzo (Nicholas Nickleby), Barnaby Rudge è il romanzo storico e romantico. E', infatti, un romanzo più unitario rispetto ai precedenti, i personaggi sono meno numerosi, le storie parallele anche. Il lato romantico è vissuto dalle difficili storie d'amore fra Edward e la signorina Haredale, e fra Joe e Dolly. Gran parte del romanzo, invece, narra delle sommosse anti-cattoliche che sconvolsero Londra dal 2 al 7 giugno del 1780, ricordate come Gordon Riots. Dickens non si sofferma sulle ragioni più profonde delle sommosse, ma traccia un quadro particolareggiato della violenza che sconvolse la città, violenza spesso perpetrata per mano di ignoranti, afflitti e violenti, per i quali le ragioni ideologiche erano se non sconosciute comunque irrilevanti.

7 dicembre 2011

L'uomo che non c'era

L'uomo che non c'era è un film del 2001 dei fratelli Coen: è un film fuori dell'ordinario, non solo per la loro cinematografia ma per il cinema contemporaneo in generale. E' in bianco e nero, che è una scelta cinematografica coraggiosa, perchè basta da sola a scoraggiare gli spettatori meno volenterosi. E' un film che mi sembra, stilisticamente, vicinissimo alla perfezione. Le riprese sono tutte meravigliose, la fotografia eccezionale: il tutto si gioca sulle luci e sulle ombre (tutto, in effetti, compresa la vita del protagonista), magnifici e violenti tagli di luci in questi interni scuri, sui volti, sui gesti quotidiani del protagonista nel negozio da barbiere in cui lavora.

Le zie non sono gentiluomini

"Senza cocktail, in fondo, ci potrei anche stare. Sarebbe dura, ma noi Wooster siamo gente di ferro. Ma lei dice che devo anche smettere di fumare."
"Questa sarebbe veramente la più intollerabile delle privazioni."
"Smettere di fumare, Jeeves!"
"Sì, signore. Noterà che sto tremando."

6 dicembre 2011

Tre uomini in barca (per tacer del cane)

Con questo libro imparerete:
- Che è meglio evitare di sfogliare i manuali medici
- Che quando il capofamiglia decide di attaccare un quadro al muro è meglio trovarsi un impegno altrove
- Che bisogna nascondere l'impazienza di veder bollire l'acqua o questa non bollirà mai
- Come cani e bollitori non vadano d'accordo
- Come i terrier non abbiano un carattere mansueto

Gita al faro

Questo libro è un condensato di pensieri in presa diretta dalla testa di un'ansiosa. E' il mio secondo tentativo con la Woolf con esito deludente. Anzi, Mrs Dalloway mi era piaciuto di più: aveva una freddezza quasi chirurgica che Gita al faro, invece, non ha. Ho colto con quest'ultimo in maniera più particolareggiata quello che mi disturba della scrittura della Woolf: ha uno stile che incarna tutti i difetti della scrittura femminile.

5 dicembre 2011

Le zie non sono gentiluomini

"Beh, allora, Wooster, che cosa ha fatto dall'ultima volta che ci siamo visti? Come va la salute?"
"Benissimo, grazie, tranne che ho delle macchie sul petto."
"Macchie? Male, male. Quante?"
Risposi che non avevo fatto un censimento ma sembravano parecchie, al che lui scosse la testa con aria grave.

4 dicembre 2011

Le lettere di Berlicche

In ogni settore della vita esso [il disappunto] segna il passaggio dalla sognante aspirazione alla fatica del fare. 

Le sue idee intorno all'anima di sua madre saranno incomplete e spesso errate, egli, in qualche modo, pregherà per una persona immaginaria, e sarà tuo compito rendere quell'immaginaria persona ogni giorno meno simile alla madre vera. 

L'altra casa

La traduzione è agghiacciante.
Il romanzo è più un giallo e non mi è sembrato molto "jamesiano", ma vista la traduzione pessima non posso esserne certa. Purtroppo, il libro segue una parabola discendente: è molto coinvolgente fino alla fine della prima parte (quando, in effetti, non c'è ancora un giallo, ma solo una accurata presentazione psicologica dei personaggi). Dalla seconda parte in poi perde un po' di quell'unità quasi teatrale e della lucidità che arricchivano l'inizio.
L'identità dell'assassino non sorprende perchè la doppiezza del personaggio è esplicitata in una frase proprio all'inizio del libro. 
"L'altra casa" Henry James, Mondadori, 8,50 € ***/5

3 dicembre 2011

Solaris

Ci crediamo cavalieri dell'ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l'uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo nei pianeti una civiltà migliore della nostra... ma che sia l'immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. [pg. 81]


L'uomo, contrariamente alle apparenze, non si crea degli scopi. Glieli impone il periodo nel quale nasce, ed egli può servirli o ribellarvisi, ma l'oggetto del suo servizio o della sua rivolta gli è dato dall'esterno. [pg. 213]
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