11 gennaio 2012

Il femminismo e Sex and the City

Mi è capitato di vedere i primi episodi di Sex and the City, serie famosa che non avevo mai visto. Ho guardato questi primi episodi con crescente fastidio, perchè li ho trovati intrisi di tutto quel femminismo che a me pare falso ed equivoco; quel malinteso femminismo che infine ha portato le donne a dichiarare prostranti i lavori domestici col risultato che anche adesso sono prerogativa femminile, ma si svolgono solo nei ritagli di tempo di un lavoro che non concede ritagli di tempo. Cornute e mazziate. Alzate di testa che si sono rivelate non solo stupide e controproducenti, ma anche in ultima analisi più maschiliste del maschilismo stesso, perchè anzichè elevare il nostro ruolo casalingo a imprescindibile e fondamentale (quale in effetti è), ci abbiamo sputato sopra, l'abbiamo tacciato di occupazione indegna e degradante, affermando quindi indirettamente che l'unico impiego rispettabile è il carrierismo maschile. Brave noi: in nome del "femminismo" non abbiamo elogiato la femminilità, ma esaltato il maschilismo.
Oggi se una donna intorno ai 35 anni decide di avere un figlio - ché comunque quello rimane il compito biologico delle donne - lo deve fare sottomettendosi a mille balletti equilibristici fra lavoro, casa e famiglia, riuscendo a fare tutto con grande stress, molta confusione e scarsa attenzione, e crescendo un bambino che ha più familiarità con l'asilo e la baby sitter che coi propri genitori.
E' come la storiella di Tom Sawyer che deve pitturare la staccionata ma non ha voglia: non si mette mica a denigrare il proprio lavoro, vi pare? Non va in giro dicendo: che schifo, devo pitturare la staccionata, ma perchè devo sempre farlo io, è degradante e noioso pitturare le staccionate. No. Chi l'avrebbe fatto così? Lui fischietta allegramente e parla di come lo scopo della sua vita sia pitturare staccionate, come non farebbe altro se solo avesse abbastanza staccionate, della responsabilità che ci vuole per farlo, delle straordinarie capacità tecniche necessarie. Quando ha la fila di ragazzini che si strappano i capelli per dare anche solo una pennellata, esamina criticamente i candidati, prima di concedere il privilegio della cooperazione. E' strategia, signore. Impariamo.
Insomma queste sgallettate di Sex & the City - ho guardato i primi due episodi con più attenzione, i successivi due ero già persa nei ragionamenti che ho esposto sopra - pare che l'unico obiettivo delle loro vite sia "fare sesso come gli uomini" (le carriere come gli uomini già le hanno, ma non si vedono quasi mai lavorare, sono sempre in giro a bere e a fumare lamentandosi dei maschi o ad andare a letto con chicchessia). Mi domando se nei successivi episodi, raggiunto questo invidiabile obiettivo, si dedichino anche a fare pipì come gli uomini, così da portare a compimento lo scimmiottamento del fantastico mondo maschile. Il punto più alto di ogni episodio è la sensazionale apparizione di questo tizio ricco e bello (che poi non è neanche così bello, dico io) che viene chiamato Mr Big - il femminismo! -; il culmine del romanticismo si raggiunge dopo qualche puntata quando Mr Big (non basta ripetersi il nome per farlo sembrare più normale, è assurdo e basta, ogni volta un neurone mi abbandona) chiede alla protagonista di uscire "a bere una cosa", e lei, riuscendo a malapena a gestire l'emozione, accetta con gratitudine. Anche lo spettatore deve trattenere le lacrime. Penso in effetti che il sogno di ogni donna femminista sia di "bere una cosa" con un riccone dal nome fittizio e assurdo. La massima aspirazione, lo splendore sociale. Vorrei vedere se Mr Darcy in Orgoglio e pregiudizio chiedesse a Elizabeth "di bere una cosa". Forse l'ha fatto, ma la Austen non l'ha considerato neanche degno di nota. Gli uomini dovevano impegnarsi un po' di più all'epoca per destare attenzione. Il nostro Mr Big, oltre alla sua deprimente proposta, arriva anche in ritardo.
Io non so come prosegue la serie. Probabilmente ho visto troppo poco per farmene un'idea corretta e nelle puntate successive (che non vedrò) si trasformerà nel trionfo del femminismo (quello vero). Tutto ciò che ho visto sono quattro tipe indubbiamente donne che scimmiottano gli uomini e uomini deprimenti e deresponsabilizzati che di fronte a queste virago dallo sguardo aggressivo e castrante non capiscono più quale sia il loro ruolo e si sentono giustificati in quelli che fino a qualche tempo fa erano esecrabili attitudini maschili. La femminilità è scomparsa, sparita in un vago, nebuloso e impacciato desiderio di evoluzione culturale.
Allora, signore, la novità è questa: uomini e donne sono diversi. Non sono diversi per un incidente di passaggio o disattenzione di madre natura, sono diversi per una precisa necessità biologica. Il femminismo non sta nel fare finta che non sia così. Il femminismo è, semmai, nella libertà di poter scegliere quello che si vuole fare nella propria vita: da futilità quotidiane come passeggiare da sole in strada, fino alla scelta di dedicarsi alla famiglia o alla carriera, secondo i propri desideri e inclinazioni.

9 commenti:

  1. Ma una società in cui l'uomo invece non ha di questi problemi, non è una società maschilista? Quando dici "anzichè elevare il nostro ruolo casalingo a imprescindibile e fondamentale (quale in effetti è), ci abbiamo sputato sopra, l'abbiamo tacciato di occupazione indegna e degradante, affermando quindi indirettamente che l'unico impiego rispettabile è il carrierismo maschile", e che in questo modo ci ritroviamo solo ad occuparci di carriera e casa insieme, cosa intendi? Non trovi che definire la carriera "maschile" sia proprio nota di una società maschilista? Perchè fare carriera deve essere per forza una prerogativa maschile? Una donna può volere qualcosa di più dalla vita che occuparsi della casa e dei figli. Realizzarsi a livello personale, che sia con il lavoro o con una qualsivoglia passione alla quale dedicarsi nel tempo libero. Ma il più delle volte non ne ha la possibilità proprio perchè se non è lei che pensa alla casa e ai figli, l'uomo non lo fa di certo. Perchè non può dedicarsi anche lui alla casa quando torna da lavoro, proprio come fanno le donne? Perchè semplicemente non se ne possono occupare entrambi? E' questo il punto. Se una donna tra la famiglia e la carriera sceglie la carriera, o non avrà figli o questi figli saranno trascurati, perchè si parte dal presupposto che l'uomo non voglia o non sia in grado di assumere i compiti della donna. All'uomo non viene chiesto di scegliere, alla donna sì. Hai ragione quando dici che siamo diversi, nessuno lo mette in dubbio, ma non siamo diversi perchè la donna è nata per occuparsi della casa e della famiglia e l'uomo del lavoro. Questa suddivisione dei ruoli l'ha creata la società, non la natura.

    Spero di non essere stata invadente, è che lo trovo un argomento molto interessante, sul quale penso sia bello confrontarsi! :)

    RispondiElimina
  2. Non sei affatto invadente, mi fa piacere leggere il tuo commento!
    Ma il fatto è che la carriera lavorativa non è compatibile con la gestione della vita familiare. Se non con enormi compromessi sia per la carriera che per la famiglia. Pensare di gestire tutti e due nel migliore dei modi è praticamente impossibile. E, onestamente, non ho conosciuto donne che sappiano fare entrambe le cose con piena soddisfazione e senza sensi di colpa.
    Il punto del mio discorso è in questa tua frase:
    "Una donna può volere qualcosa di più dalla vita che occuparsi della casa e dei figli. Realizzarsi a livello personale, che sia con il lavoro o con una qualsivoglia passione alla quale dedicarsi nel tempo libero."
    Innanzitutto, il lavoro non è neanche lontanamente paragonabile ad una passione a cui dedicarsi nel tempo libero. Il lavoro ti risucchia e non è praticabile nel tempo libero. Quanto alle passioni nel tempo libero, è auspicabile che tutti le coltivino, sia lavoratori che casalinghe. Il punto è: perchè la donna non dovrebbe sentirsi realizzata personalmente solo grazie alla famiglia? E se è una donna che si sente realizzata solo con la carriera lavorativa, allora perchè decide di mettere su famiglia? E' questo il femminismo come lo penso io: poter scegliere, e sentirsi realizzate qualsiasi sia la propria scelta. Perchè gestire una famiglia non ha niente da invidiare rispetto a qualsiasi lavoro esterno in termini di impegno, tempo e difficoltà. Ecco perchè dicevo che bisogna "elevare il nostro ruolo casalingo", anzichè denigrarlo. Perchè occuparsi "solo della casa", come dici tu, è un lavoro dannatamente difficile, e mille volte socialmente più importante di qualsiasi carriera lavorativa.
    Tu scrivi:
    "all'uomo non viene chiesto di scegliere, alla donna sì."
    Se non è questo un privilegio di noi donne!
    Poi: certamente che gli uomini debbono aiutare in casa: questo non l'ho mai messo in discussione, così come devono fare la loro parte anche nell'educazione dei figli.
    Non sono d'accordo che sia solo la società ad aver diviso così nettamente i ruoli uomo-donna: anche la natura ha una grossa parte. Dalla gravidanza all'allattamento, la mamma è il genitore da cui il neonato dipende maggiormente, purtroppo per i maschietti. Direi che le donne sono anche più portate a gestire i rapporti interpersonali, rispetto agli uomini.
    Definire la carriera "maschile" nel post è solo un modo per chiarire a quale genere di carriera mi riferisco, e no, comunque non mi sembra maschilista. Sono pochi anni che le donne non fanno figli uno dietro l'altro, e sono quindi pochi anni che si possono permettere di lavorare abbastanza da crearsi una carriera lavorativa di successo. Quindi, storicamente, la carriera mi sembra un concetto più vicino all'universo maschile.
    Aspetto di sapere cosa pensi di queste precisazioni ;-)

    RispondiElimina
  3. Sono totalmente d'accordo con Brutto Carattere.Perchè a molte donne donne sembra così svilente e noioso fare le casalinghe, quando è un mestiere che, se manca, crolla l'intera società? La vita non è solo fatta di bere qualcosa e cambiare letto ogni giorno, non penso che questo possa essere la nostra emancipazione. Il punto forse è che il lavoro casalingo non viene remunerato? Non è solo questo, credo. E' che è un lavoro dove ci si trova a servire gli altri e pochi apprezzano questa mansione. Al limite l'accettano se comporta una forma di volontariato, chessò ,in qualche paese straniero, che li eleva socialmente al rango di "volontari" benemeriti.
    Ma le donne hanno caratteristiche che gli uomini invidierebbero. Sanno dialogare meglio e di più, sanno ascoltare, sanno negoziare, sanno amare di più.Se ora siamo in un'epoca che ci trova un pò "confuse", abbiamo comunque attitudini per ruoli ben più elevati e costruttivi della maggior parte delle carriere.

    RispondiElimina
  4. Non ci crederai...stamattina ci avevo messo un sacco per scriverti una risposta lunga lunga, un papiro praticamente, e quando sono andata per premere invio mi si è chiuso internet. Quindi ora devo ricominciare da capo. Tu dimmi se in questi casi un lancio dalla finestra non sarebbe giustificato... Ma porc.
    Comunque...
    Io non ho mai voluto dire che il lavoro delle casalinghe sia denigrante o inferiore agli altri. Anzi, so benissimo che è molto più impegnativo ed estenuante della maggior parte dei lavori più comuni. E se ci sono donne che si sentono realizzate dedicandosi esclusivamente alla casa e alla famiglia, ben venga! E' possibilissimo, e l'ultima cosa che voglio è giudicarle o criticarle.
    Quello che voglio dire io, è che posso capire benissimo che allo stesso tempo ci siano donne che sentono il desiderio di sentirsi realizzate anche in altro modo. Una donna non smette di essere tale solo perchè diventa madre.
    E' vero, biologicamente siamo fatte proprio per avere dei figli, ed essere mamme è il compito più bello che la natura potesse assegnarci, è un desiderio comprensibilissimo.
    Ma allo stesso tempo capisco la donna che ha bisogno di affermarsi anche in altro modo, di crescere a livello personale, di uscire dalle quattro mura della casa. Vorrebbe dire non dover dipendere economicamente da qualcun altro, realizzare le proprie ambizioni personali, dimostrare le proprie capacità a sè stesse e agli altri, ricevere gratificazioni personali...non pensi che ci siano donne che hanno bisogno anche di questo? Non sto dicendo che un qualsiasi lavoro possa dare tutte queste gratificazioni, ci mancherebbe, lavoro anch'io 40 ore la settuimana e so benissimo cosa intendi quando dici che "ti risucchia". Ma per fortuna c'è anche chi fa un lavoro che ha scelto perchè gli piace e perchè gli si addice. E trovo che determinate gratificazioni personali siano indispensabili.
    Provo a farti un esempio, spero di essere coerente: io ho un appartamento con il mio ragazzo, due gatti, un lavoro, due-tre sere la settimana esco con gli amici. E non vedo l'ora di avere dei bambini con l'uomo che amo, Una vita abbastanza piena insomma. Ma per tutta una serie di motivi mi è stata preclusa la possibilità di fare l'università e non puoi capire quanto questo mi affligga. Mi sento ferma, sento il bisogno di andare avanti, di realizzarmi in altro modo, mi mancano le gratificazioni che traevo dallo studio, mi manca apprendere cose nuove... E tutto questo non lo voglio per "fare carriera" e "fare soldi" (anche perchè ai giorni nostri laurea o no siamo messi male comunque), ma per pura ambizione personale. Questo solo per dire che capisco perfettamente la donna che sente il bisogno di qualcosa in più, di gratificazioni più grandi da quelle che può avere spolverando un mobile o facendo una lavatrice. Non fraintendere il mio tono, ti prego, non voglio in alcun modo denigrare le casalinghe, sto solo parlando per chi ha ambizioni diverse. Non sto dicendo che le une sono meglio delle altre o viceversa.
    Sono sicura che anche un figlio possa dare gratificazioni enormi, non lo metto in dubbio, ma siamo umani nati con una piccola-grande percentuale di egoismo e ogni tanto abbiamo bisogno di pensare anche a noi stessi.
    (continua)

    RispondiElimina
  5. Dici che è dovremmo considerarci privilegiate proprio perchè possiamo scegliere tra il lavoro e la famiglia? Beh, io non lo considero certo un privilegio se pensi che l'uomo ha entrambe le cose automaticamente! Lui non deve scegliere, ha il lavoro, può coltivare le sue passioni personali a suo piacimento, avere una bella casa e pulita e tre-quattro pargoli tutto insieme! A lui nessuno chiede di rinunciare a qualcosa. Perchè alla donna invece sì? Io capisco perfettamente il desiderio di essere madre, di avere dei figli, una famiglia, come capisco la necessità di non rinunciare a sè stesse, alla propria crescita personale.
    Hai scritto che non è possibile combinare le due cose senza trascurarne una o persino entrambe. Io invece credo che se i ruoli tra uomo e donna fossero suddivisi più equamente sarebbe possibile.
    (continua)
    Riassumendo: ci sono donne che si sentono totalmente appagate ad occuparsi della casa e dei figli, e questo va benissimo, anzi. Ma ci sono anche donne che sentono il bisogno di essere valorizzate come persone, oltre che come madri, e io questo lo capisco. Per me, chiedere loro di scegliere come avviene nella società odierna è semplicemente ingiusto. Soprattutto perchè l'uomo ha automaticamente sia carriera che famiglia. Io non ci sto.

    Ok, adesso lo copio che se mi si cancella tutto come stamattina distruggerò qualsiasi cosa mi capiti tra le mani... :-)
    Invio.

    RispondiElimina
  6. Ehehehe, vedo che stavolta l'invio è proceduto senza incidenti!
    Ti rispondo per punti, per fare più chiarezza:
    1- certo che è diritto di una donna sentirsi realizzata pienamente con la carriera lavorativa. E' appunto questo quello che definisco femminismo: la libertà di scegliere la vita che più ci fa sentire realizzate. Fino a qualche decennio fa non avevamo questa scelta.
    2- sulla possibilità di far coesistere famiglia e lavoro: qui la vediamo diversamente, perchè no, non penso che sia possibile far coesistere in modo soddisfacente le due cose senza mancanze da una parte e dall'altra. Anche con l'aiuto del marito. Le incombenze familiari con dei bambini sono talmente tante che un lavoro non è compatibile, se non appunto con tutti i compromessi del caso. Parlo così perchè vedo i salti mortali che fanno le mamme lavoratrici, anche quelle fortunate con marito collaborativo. Se è quello che vuoi, ti auguro con tutto il cuore di riuscire a conciliare ottimamente le due cose.
    3- l'uomo che lavora non può avere la stessa partecipazione della donna casalinga alla vita familiare. Ecco perchè dico che non può scegliere. In questo mondo di bambini sballottati fra asili e baby sitter, ti rendi conto della ricchezza che rappresenta una mamma che si occupa dell'educazione dei suoi bimbi, che si preoccupa di fargli fare tante attività, che legge loro, che li porta a passeggio; che forma, in pratica, individui sicuri, equilibrati, amati? E' una cosa di un valore inestimabile, ed un lavoro a tempo pieno, 24 ore al giorno.
    Quindi, la mia perplessità rimane la stessa: perchè torni a fare una distinzione fra realizzazione "come madre" e "come persona"? Che cosa sono le madri? Perchè la carriera come casalinga e la carriera lavorativa devono essere su strade così separate? Non è, fare la casalinga, un lavoro in piena regola?

    RispondiElimina
  7. No no, forse mi sono spiegata male! Certo che le madri sono persone! E' che spesso si vede una madre solo come "madre", non più come persona o donna che ha anche delle esigenze personali. Una madre si dedica anima e corpo ai figli, e penso sia una cosa meravigliosa, una delle forme d'amore più bella che esista, ma vive per loro e basta. I figli vengono al primo posto, la madre si mette in secondo piano (come è normale che sia e come farò sicuramente anch'io) e la donna che c'è dentro non si vede neanche più. Io voglio solo evitare quest'ultimo passaggio: non bisogna dimenticare che una madre è anche una donna, una persona appunto che ha dei desideri e dei bisogni che vanno al di là di fare contenti i figli. E' giusto dedicare loro più tempo possibile, ma non bisogna dimenticare che si ha bisogno di tempo anche per sè stessi. E questo a mio avviso è indispensabile proprio per il rapporto che sia ha poi con i figli, per come ci si rapporta con loro, per ciò che si trasmette.
    Inoltre, fare la casalinga è certamente un lavoro in piena regola, ma il più delle volte è il lavoro che ci si aspetta da una donna, non quello che sceglie liberamente perchè la fa sentire gratificata. Tenere la casa pulita è una necessità più che una scelta.

    RispondiElimina
  8. Ragazze, io sono una madre vecchiotta che ha lavoracchiato subordinatamente alle esigenze dei figli rinunciando di fatto a qualsiasi idea di carriera o stabilità: per mia scelta, altrimenti non avrei fatto figli, non avendo nonni ne aiuti di alcun genere , e basta.Vorrei ricordare che stiamo parlando di un periodo, quello della maternità, dove la presenza femminile a tempo pieno è auspicabile per un breve tempo, diciamo tre/ cinque anni.Che è un periodo pur sempre sufficiente a tagliarti le gambe lavorativamente parlando. Poi una mamma, in base a come riesce ad organizzarsi , può , se lo preferisce, orientare i suoi interessi anche in ambito lavorativo.Il resto della famiglia si responsabilizza un pò di più(mai abbastanza, mi è parso di vedere) e la mamma non corre il rischio di concentrarsi eccessivamente sui bisogni familiari(infiniti).Questi potrebbero essere aggiustamenti tattici validi.Ci sono molte situazioni nelle quali le donne sono obbligate a lavorare o lo vogliono fermamente, perchè la vita casalinga non le soddisfa. Non è una colpa , ne un merito, che sia una libera scelta o una scelta obbligata. Ma , secondo me, in questi casi bisogna almeno SAPERE che se si sceglie di avere bambini in queste condizioni, non sarà una vita facile, per nessuno.Bisogna esserne responsabili.Io personalmente, se avessi dovuto/voluto privilegiare la carriera , di figli non ne avrei fatti.Infatti il mio curriculum lavorativo è sempre andato a schifio.Amen, è stata una scelta.Avere figli non deve essere un obbligo, se non vi sono le condizioni.
    Se le donne fossero più decise in tal senso, vedreste come fioccherebbero maggiori aiuti dallo stato, per il quale i nostri figli sono la principale linfa vitale! Da tempo penso che le donne italiane dovrebbero organizzarsi in "scioperi biologici". Niente sesso e niente figli, finchè non avremo condizioni di vita femminile migliori.E diamoci importanza accidenti!!!

    RispondiElimina
  9. Innanzitutto voglio chiarire cosa intendo io per "fare la casalinga": intendo una donna che si occupa a tempo pieno della casa, della famiglia e dei figli. Da questo punto di vista, fare la casalinga non è una necessità, perchè si può vivere benissimo facendo le pulizie una volta a settimana, mandando i figli al tempo pieno e mangiando pasti della rosticceria. Fare la casalinga a tempo pieno è una scelta. Una scelta lavorativa.
    Tornando al punto principale:
    secondo me il fatto innegabile è che nella società odierna predomina la mentalità che una donna che fa la casalinga non possa sentirsi realizzata. Poi per essere politically correct tutti parlano di come sia importante il mestiere della casalinga eccetera eccetera. Ma di fatto vige una sotterranea e strisciante forma mentale che relega lo status di casalinga a lavoro di serie B, e pertanto l'idea condivisa è che una donna che fa "solo" la casalinga non si senta realizzata. Questa forma mentale, questo stato culturale, secondo me è profondamente maschilista perchè implicitamente valorizza il lavoro fuori casa. Nessuno, per esempio, mette in dubbio che un uomo che "lavora e basta" non sia realizzato.
    Per cambiare questa forma mentale (che appartiene a tutti, uomini e donne) dobbiamo innanzitutto rendercene conto, e poi essere noi donne, per prime, a dare importanza a noi stesse (come dice abbecedario del sonno) e al nostro compito casalingo, valorizzando coloro che scelgono di stare a casa e di crescere dei figli, perchè non è vero che "rinunciano" a qualcosa, come la cultura odierna ci fa credere. Sono donne che hanno scelto, semplicemente, di fare le casalinghe. Come altre donne scelgono di fare le commesse, o le imprenditrici, o le insegnanti o qualsiasi altro mestiere.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...