12 gennaio 2012

Autostop con Buddha

Devo dire che è stata una fatica finire questo libro. Non so spiegarmi il motivo: è divertente, interessante, ma è stata una fatica. Un po' è sicuramente perchè secondo me i libri di viaggio scritti da americani non funzionano. Ferguson è canadese, ma la mentalità è quella. Non mi piace neanche Bill Bryson, per intenderci. Ferguson ama il Giappone, ci ha vissuto diversi anni prima di buttarsi nell'autostop, ma in ogni caso emerge quella spacconeria americana, quella sottile intolleranza che mi sembra incompatibile con un libro di viaggio. Almeno, secondo me, e per quanto percepisco io.
A parte questo, comunque, vien fuori un bel ritratto del Giappone e dei giapponesi: bellissima l'attenzione nazionale dedicata ai fiori di ciliegio.
Anche i giapponesi inseguono, almeno superficialmente, un sogno anglofilo, ed è divertente come cercano di conciliarlo con le loro usanze, essendo in ogni caso attaccatissimi alle tradizioni: Ferguson porta ad esempio questa scritta (in inglese) su una confezione di tè:
I benefici del tè
(A) per adiuvare la memoria in scrivereparlare
(B) per incrementare la prevalenza della poesia
(C) per la perdenza dell'agitazione di mente
(D) per l'assistenza al discorso gentile
(E) per il rinfresco dello spirito del cuore
(F) per digerire la prevenzione dello stomaco
(G) per l'aumento dello sperma del corpo
(H) per l'esonerazione della tristezza della solitudine 
(I) per scacciare la cattivezza della solitudine
"Autostop con Buddha" Will Ferguson, Feltrinelli, 12,50€ ***/5

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