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28 novembre 2014

Modello standard per la riscossione di depositi cauzionali

Per la praticità di chi, come la sottoscritta, deve ricevere da un bel po' di tempo il deposito cauzionale delle utenze domestiche offro di seguito la comunicazione che ho inviato agli uffici dell'acqua (sospetto che le scuse che usano per giustificarsi siano sempre le stesse).

Buonasera,
avendo constatato, a seguito del nostro breve scambio di email del _______, che tutte le ipotesi più fosche si sono realizzate e che, quindi, in uno sfortunatissimo crescendo eventi:
1- l'assegno per rimborsarmi il deposito cauzionale è stato spedito all'indirizzo vecchio, non prendendo in considerazione la comunicazione dell'indirizzo nuovo;
2- il postino ha deliberatamente rimandato al mittente l'assegno, nonostante sulla cassetta delle lettere fosse ancora presente il mio nome e il luogo fosse presidiato, prova ne è che ho più volte ritirato la posta senza problemi (sì, anche altri assegni);
3- nel viaggio a ritroso verso il mittente l'assegno è stato perduto.
Visto che l'assegno, in data odierna, è scaduto -a quanto mi dite- da un mese e ancora non ho ricevuto quello nuovo, non vorrei che altri eventi fossero andati storti o che un tarlo avesse distrutto le vostre scorte di carta e quindi, per interrompere questa sciagurata catena di eventi che dura ormai da un anno
CHIEDO
di inviarmi entro 10 giorni l' assegno all'indirizzo che di seguito vi riscrivo per rendervi le cose il più comprensibili possibili:
_________
_________
_________

Scaduti i 10 giorni -nonostante le possibili invasioni di cavallette e le nuove norme del patto di stabilità che vi vieteranno di rifondere i depositi cauzionali a chi ha il cognome che inizia con la (inserire l'iniziale del vostro cognome)- se non avrò ricevuto l'assegno mi rivolgerò ad una associazione di consumatori.

Cordialità,
____________

9 marzo 2013

Una cosa divertente che non farò mai più ****


E' un classico che quelle situazioni che "devono" essere divertenti si rivelino invece tali solo superficialmente, nascondendo un nocciolo di tristezza e melanconia. Le crociere non fanno eccezioni, anzi rappresentano, secondo la descrizione di David Foster Wallace, il non plus ultra di questo paradigma. Forse per l'enorme massa di persone, più simile ad un gregge che ad un gruppo di gente pensante - pensante, no di certo, visto che in crociera viene espressamente chiesto alla gente di non pensare a nulla; forse per l'artefatto senso di isolamento e alienazione dal mondo. Fatto sta, a cavallo fra ironia e una strisciante tristezza, da questo breve reportage si evince che sì, la crociera riesce a trasportarti in un revertigo di passività fetale, moti ondulatori acquatici compresi, con camerieri che si prendono cura di te come forse neanche tua madre ha mai fatto, e in modo inquietantemente vicino allo stalking.
La spensieratezza è di certo messa a dura prova dall'anima melanconica di Wallace, ma è impossibile non condividere le sue riflessioni sull'infantilismo implicito nel considerare il relax lo stacco totale del cervello (non dallo stress, ma da qualsiasi ragionamento più profondo del: mi faccio un bagno in piscina o una sauna? o addirittura del: cosa faccio oggi? in crociera è tutto già prestabilito, è tutto già deciso, è tutto già preparato) e un asservimento imbarazzante. In pratica per divertimento si intende passività ultrastimolata. Alla faccia del concetto di Libertà, paghiamo per entrare in un gregge. Ultima beffa è che in capo a tre giorni di trattamento fetale è nella nostra natura considerarci insoddisfatti e defraudati se la cameriera non riempie il cesto di frutta nella cabina tre volte al giorno. Urge riflessione sul perchè non siamo neanche in grado di capire cosa ci diverte e ci soddisfa.
Pensiero costante che accompagnava la lettura: Tolstoj che scuote la testa schifato.

"Una cosa divertente che non farò mai più" David Foster Wallace, Minimun Fax
****/5

8 marzo 2013

Se niente importa. Perchè mangiamo gli animali? ***



Essendo già vegetariana, non ho letto questo libro per convincermi di qualcosa. Immagino tuttavia che molti lo abbiano fatto per la curiosità di sentire "l'altra campana", le ragioni di coloro che non mangiano la carne. Ecco, in questo senso, non so se può risultare utile, forse sì. Può darsi che in giro ci sia qualcuno che non ha mai pensato alla sofferenza degli animali, o a come sono organizzati gli allevamenti intensivi. Mi pare strano ma può darsi. In questo senso, diventa un libro divulgativo e può essere utile. Divulgativo di verità orribili e che nessuno può definire "piacevole" leggere, ma utile a piantare nuove idee in una mente vergine. Ma quante sono queste persone che mai si sono interrogate sull'origine del  petto di pollo al limone che hanno nel piatto? Ben poche, suppongo. La maggior parte dei carnivori sa benissimo da dove viene il petto di pollo, probabilmente ha già sentito descrizioni orribili sull'allevamento dei polli, ma ha deciso di ignorarle e di proseguire per la sua strada. Ecco, in questo caso, questo libro è inutile, perchè insieme alle descrizioni delle pratiche di allevamento, pesca e macellazione, non manca una dose di condanna che raggiunge un livello così ampio da essere scarsamente costruttiva, che ti spinge a dire: va be', carne, no; pesce, no; ma no anche le uova, il latte, il formaggio... e allora, se tutto è una merda, che ci posso fare io? (che è poi il ragionamento che già fanno molti carnivori).
Infine, se si è già vegetariani, e magari come me si è sempre evitato di entrare nei dettagli disumani degli allevamenti, questo libro è un inutile viaggio nella crudeltà umana. Nessun vegetariano si immagina il pollo da allevamento Ercolino cresciuto in lande ampissime, pulitissime e assolate, tirato su a suon di carezze e di parole dolci. Non è necessario indulgere nel dettaglio delle atrocità. Perchè alla fine, mettendo "troppa carne sul fuoco", ci si sente impotenti, e anche a me è passato per la mente che il mio scrupolo morale non è altro che una goccia nel mare. Pensiero subito scacciato, ovviamente. 

"Se niente importa. Perchè mangiamo gli animali?" Jonathan Safran Foer, Guanda
***/5

7 febbraio 2012

Bicentenario di Charles Dickens

Nel 2012, e in particolare oggi 7 febbraio, il mondo ricorda Charles Dickens, nell'occasione del bicentenario della sua nascita. Non che serva, ricordare Dickens: magari in Italia andrebbe riscoperto un po' di più, ma è un autore che mai è stato dimenticato. Basta prendere in mano uno dei suoi romanzi e rimanere coinvolti nelle sue intricatissime e meravigliose storie, far la conoscenza di alcuni dei suoi vivissimi personaggi. Io sono di parte, sono un' appassionata lettrice dickensiana: ho iniziato con “Grandi speranze”, che adorai, poi proseguii con “David Copperfield”, che a tutt'oggi non solo è il mio Dickens preferito, ma il libro che amo di più in assoluto.

20 gennaio 2012

Testine

Pubblicità di uno spazzolino elettronico, cito:
"La nuova testina ispirata a quella dei dentisti"
...
...
...
che testina hanno i dentisti?

13 gennaio 2012

Il gioco dell'immondizia - nuove regole

Dopo le feste il comune mi ha recapitato a casa un grazioso scatolotto di cartone con dentro sacchetti per la pattumiera gusti misti: per l'umido, il secco, la carta, la plastica. Che adorabile pensiero! Buone feste! In un Natale di misantropia acuta - non so a voi com'è andata - in cui alcuni dei miei migliori amici si sono persino scordati di farmi gli auguri, è un pensiero apprezzabile, no? Un regalo utile! Grazie sindaco!
Allegato a questo scatolotto c'era un prezioso libretto, intitolato: Vocabolario della raccolta differenziata. L'ho letto come neanche il settimo volume di Harry Potter.

11 gennaio 2012

Il femminismo e Sex and the City

Mi è capitato di vedere i primi episodi di Sex and the City, serie famosa che non avevo mai visto. Ho guardato questi primi episodi con crescente fastidio, perchè li ho trovati intrisi di tutto quel femminismo che a me pare falso ed equivoco; quel malinteso femminismo che infine ha portato le donne a dichiarare prostranti i lavori domestici col risultato che anche adesso sono prerogativa femminile, ma si svolgono solo nei ritagli di tempo di un lavoro che non concede ritagli di tempo. Cornute e mazziate. Alzate di testa che si sono rivelate non solo stupide e controproducenti, ma anche in ultima analisi più maschiliste del maschilismo stesso, perchè anzichè elevare il nostro ruolo casalingo a imprescindibile e fondamentale (quale in effetti è), ci abbiamo sputato sopra, l'abbiamo tacciato di occupazione indegna e degradante, affermando quindi indirettamente che l'unico impiego rispettabile è il carrierismo maschile. Brave noi: in nome del "femminismo" non abbiamo elogiato la femminilità, ma esaltato il maschilismo.

31 dicembre 2011

Classifiche

Fine anno, tempo di classifiche: i libri e i film più belli e quelli più brutti letti/visti nel 2011, in rigoroso ordine fino al primo posto, che sarebbe il più bello in assoluto/il più brutto in assoluto. E via:
LIBRI
I più belli:
10 - Appunti di un giovane medico di Bulgakov
9- Un bel mattino di Daphne du Maurier
8- Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj
7- Teatro di Natalia Ginzburg

23 dicembre 2011

Convenzioni cromatiche

Leggo oggi sul Corriere della Sera che una blogger inglese ha criticato un importante negozio di giocattoli per la netta divisione dei giocattoli "da maschio" e i giocattoli "da femmina", creando nello spazio espositivo un intero piano azzurro, tutto per i maschi, e un intero piano rosa, tutto per le femmine.
Non posso certo generalizzare non conoscendo la clientela inglese, ma ho una certa esperienza con quella italiana, e quindi comprendo la scelta tipo apartheid del negozio di giocattoli, pur essendo personalmente totalmente in disaccordo con queste esasperate differenziazioni di genere. Nel negozio dove lavoro, non faccio che combattere con la clientela offrendo rassicurazioni 8 ore al giorno che una ghettina, completamente bianca, è anche da femmina. Perchè iddio non voglia che una bambina possa portare una maglietta blu (SIGNORINA.... E' DA MASCHIO!) anche se ha le pailettes sopra, o un neonato (maschio) un calzino azzurro con un fiocchetto azzurro, perchè non si sa quali turbe può provocare un fiocchetto (seppur azzurro) su un neonato, chissà come potrebbe crescere, con questa insana abitudine ai fiocchetti.

22 dicembre 2011

Sentirsi di un'altra generazione

Qualche giorno fa ho incontrato una mia conoscente ed ex compagna di scuola e fra le chiacchiere generiche e senza impegno che si scambiano in queste occasioni, lei mi ha chiesto: "Parti?".
All'inizio non ho neanche capito. L'ho guardata in modo vacuo, tipo pesce, e le ho ripetuto sillabando: "Parto?", quindi lei come si parla ad un bambino di 9 mesi ha precisato: "Sì... vai da qualche parte per le feste?" allora il senso della domanda si è illuminato nel mio cervello e devo aver fatto senza volere una faccia terrorizzata, reazione involontaria al tumulto interiore che quella domanda mi aveva provocato, perchè mai, mai, mai una volta m'è venuto in mente che nei prossimi giorni di feste potesse prospettarsi la possibilità o il desiderio di una partenza, e la semplice domanda ipotizzante questa idea mi ha gettato sulle spalle tutte le incombenze che una simile eventualità può necessitare, sommate idealmente alle incombenze che già ti schiacciano nel periodo natalizio:

21 dicembre 2011

Effetti speciali

Guardo fuori dalla finestra. Ha iniziato a nevicare; la prima nevicata dell'anno. Freddo fa freddo, ma c'è un bel cielo terso, limpido, azzurro, eppure nevica. Che meraviglia! La gente passa per la strada senza farci troppo caso. Nevica a ciel sereno. E' neve secca, cade e rimane a terra. Rimango ipnotizzata a guardare questo inaspettato spettacolo: che incanto della natura! Che gioia!
Smette improvvisamente. Un po' troppo improvvisamente. Guardo i fiocchi per terra. Guardo in alto. Riguardo i fiocchi per terra. Riguardo in alto.
Era il tizio che abita al piano di sopra che buttava dalla finestra palline di polistirolo.

20 dicembre 2011

Il Commerciante

Se il mondo va a rotoli è colpa dei Commercianti. La crisi, lo spread, il surriscaldamento globale, le polveri sottili, l'inflazione, l'evasione fiscale, i treni in ritardo, la mancanza di parcheggi, la fame nel mondo, la pattumiera a Napoli, la SARS, tutto colpa dei Commercianti. Ma tracciamo un profilo di questa temibile categoria.
Il Commerciante non ha famiglia, non ha casa e non ha amici. Non è mai stato bambino: si è materializzato così nel suo negozio. Il suo non è un lavoro: è l'intera vita. Lui vive per odiarvi e vendervi le mutande. Il suo unico scopo è trattar male i clienti, truffarli, riempirli di oggetti indesiderati e derubare lo stato.

18 dicembre 2011

Alexandre Dumas

Questo è il tipo
Quando leggo Alexandre Dumas (e ho letto poco, lo premetto: solo "Il conte di Montecristo" e adesso sto leggendo "I tre moschettieri) mi vien tanto da ridere, perchè i suoi romanzi fiume sono tripartiti: per un terzo sono fatti di trama rocambolesca, per un altro terzo di personalità dei vari personaggi, e per un terzo sono fatti di Dumas stesso. Perchè questo autore più di altri è un imprenditore di sè stesso, anche piuttosto sfacciato. Si sa che veniva pagato a riga, ma anche chi non ne è al corrente leggendo i suoi romanzi lo sospetta, perchè sono per metà dialoghi (quindi righe più corte e frequenti a-capo), e per di più dialoghi che assomigliano a questo:
- Signor d'Artagnan?
- Sono io.
- Lei è proprio il signor d'Artagnan?
- Sì, in carne ed ossa.

14 dicembre 2011

Strategia dentistica

Andare dal dentista è come il Risiko: si instaura nel momento in cui ti stendi sulla poltrona una specie di valutazione reciproca: tu, paziente, del professionista che hai davanti, che non è piacevole farsi trapanare i denti da una persona incompetente; lui, professionista, del paziente e relative capacità economiche, perchè uff, il minimo sindacale dal dentista s'è perso di vista da un bel po', sai quante spese ho? sai quanto costano i materiali? quanto mi chiede lo stato? e pare che se non fai ponti su ponti, impianti cerebrali, ricostruzione di denti scultorea, perni in diamante, riproduzione della Cappella Sistina sugli incisivi, non si sa, di che morte orrenda puoi morire. Se si ha la sfortuna di sembrare ricchi, la proposta di implantologia e apparecchi ortodontici raggiunge il parossismo, con ipotesi e possibilità fantasiose mai sentite da comuni mortali, tutte costosissime.

13 dicembre 2011

Nuova terminologia specifica

Dal dizionario:
iniquo [agg.]: che agisce senza equità; che denota tale vizio.
Oggi:
iniquo: utilizzabile esclusivamente ed immancabilmente in relazione a "manovra economica -" o, più semplicemente "manovra -", nebuloso aggettivo dispregiativo da pronunciarsi con aria di altero disprezzo, malcelato senso di superiorità e sottile derisione.

10 dicembre 2011

Sul valore dei libri

Forse sono stata l'unica lettrice ad essere stata contenta, o sicuramente una delle poche, quando è passata la legge Levi, quella legge sul divieto di scontare i libri più del 15%. Era qualche anno che c'era questa moda delle case editrici di scontare i propri titoli, sicuramente per incentivare gli acquisti in tempi di crisi.
Ora, io sto sempre attenta ai prezzi in libreria, perchè se scegliessi a ruota libera dovrei accendere un mutuo, e perchè leggo tanto, ma tanto, e anche spendendo 10 € a libro, viene una cifretta. Sono anni che mi tengo lontana dai rilegati, prezzi inarrivabili, fascette entusiastiche e spesso autentici orrori. Comunque, giusto per dire che non sono milionaria, che sicuramente ho approfittato anch'io degli sconti, e in un certo qual modo gradivo questa catena di offerte, che iniziava da una casa editrice, e poi seguivano a ruota le altre, e insomma un paio di volte l'anno qualsiasi libro volessi lo trovavo scontato.

2 dicembre 2011

Portatevi un pupillometro


Altre chicche del Corriere della Sera online
In un interessantissimo articolo sul Corriere della Sera online, addirittura in prima pagina, il genere d'articoli che ti spingono a comprare ogni giorno il giornale e che immagino giustifichino da soli l'esistenza della stampa nazionale, si informa la popolazione lettrice tutta di una cosa di cui già era a conoscenza chiunque abbia mai preso in mano un manuale comportamentalista, ovvero che "Gli occhi grandi fanno sbocciare l'amore". Nell'articolo si prosegue chiarendo che "gli occhi si dilatano" quando una persona prova interesse per un'altra persona: tranquillizziamo i lettori che non sono gli occhi interi a dilatarsi, ma solo le pupille: c'è una certa differenza. Perchè, immaginatevi che uscite la prima volta con uno, e gli occhi interi del tizio si dilatano occupando mezza faccia. Non so, mi pare inquietante. Persino Google se si scrive occhio dilatato aggiunge, con la solita incomparabile educazione: Cazzo dici? Forse cercavi pupilla dilatata.
L'articolo prosegue lasciando intendere che per qualche istinto di sopravvivenza finora non razionalizzato che ci ha salvato dall'estinzione, le cene si consumano a luce soffusa e a lume di candela per far dilatare le pupille. Che quindi l'unica ragione se gli appuntamenti non si svolgono in comissariato nella stanza degli interrogatori con la luce puntata in faccia, o dal dentista stesi sulla poltrona, è solo ed esclusivamente perchè, neurofisiologicamente parlando, se la pupilla (e non l'occhio) si dilata pensi: che figo! se no, niente. 

1 dicembre 2011

No caffè

Prefazione: se non leggete il post precedente, Il gioco dell'immondizia, questo post vi apparirà in gran parte incomprensibile, e vi sembrerà frutto di una mente psicopatica quando, invece, un perchè, c'è.

Ci son giornate che iniziano che hai finito il caffè, e contrariarsi i primi 5 minuti che sei in piedi e pericolosissimo-issimo. Infatti immediatamente dopo ti succede che senti in lontananza il camioncino dell'immondizia, allora con insospettabile slancio vista l'ora mattiniera, così in pigiama (inguardabile, fra l'altro, il pigiama) e le oscene crocs a fiori, agguanti il sacco della pattumiera che pesa 3 tonnellate, ma nelle situazioni d'emergenza si sa che i sensi sono offuscati e si sollevano camion come fuscelli, allora col sacco e conciata come dicevo prima esci di casa, incontri il vicino che ti guarda e allunga la mano al cellulare per chiamare la neuro, ma desiste e bofonchia un buongiorno e scappa via, e tu fuggi giù per le scale con il sacco, e accade che il sacco a metà scale si rompe, e tutto il contenuto si rovescia a terra. Tu mentre si rovescia tutto e si sparge ovunque sabbia dei gatti sporca, che era anche il giorno in cui si buttava la sabbia dei gatti, vedi tutto al rallentatore come le scene tragiche dei film, e intanto intoni una sequela impressionante di parolacce, che a sentirti da sola ti fai impressione e infine non puoi non commentare: ue', che fantasia!

Un evento

Che poi, io, non l'ho mica capito perchè è un evento che Fiorello sia in tv, dove ci si aspetta di vederlo, dal droghiere?

27 novembre 2011

Canadesi bassi

Alle 22,30 ho acceso la tv, e c'era la fine di un film. C'era Babbo Natale – sì, Babbo Natale: barbone bianco, completo rosso, cappello, bordure pellicciate ovunque - che s'era sposato con una sui vent'anni, bionda, e aspettavano un bambino. Venivano a trovarli i suoceri – genitori di lei – che non sapevano che la figlia si era sposata con nientemeno che Babbo Natale, ma gli era stato detto che era un imprenditore nel ramo giocattoli, e parevano non aver niente in contrario alla mise del genero, come se una si sposasse col capo degli ovetti Kinder, e fosse normalissimo vederlo in giro vestito da coniglio pasquale. L'unica cosa che li preoccupava alquanto, pareva fosse che nella sua fabbrica di giocattoli lavorassero tipi strani che loro pensavano essere canadesi bassi – si sa che gli americani ce l'hanno un po' coi canadesi - e questa gli pareva l'unica cosa inaccettabile in quel matrimonio.
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