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4 maggio 2013

Campagna per l'adozione di un Wodehouse abbandonato vicino a "Cinquanta sfumature di grigio"


Ci sono giorni in cui mi autoprescrivo Wodehouse.
Questo libro mi è capitato fra le mani in una libreria in cui avevo chiesto la serie di Jeeves e mi era stato risposto che l'avevano recentemente rimandata indietro perchè non la vendevano ('gnurant...). Invece qualche giorno fa stavo giusto gironzolando per la predetta libreria alla ricerca di qualcosa per tirarmi su l'umore e ho visto un volumetto solitario, questo "La vita è strana, Jeeves", poggiato alla rinfusa (!) a fianco ad una pila di "Cinquanta sfumature di grigio" (!!). Comprare il volumetto è stato più un atto di salvataggio che una scelta vera e propria. Quando a casa mi sono resa conto che erano racconti ci sono rimasta maluccio - ho un vago preconcetto nei confronti dei racconti - e invece devo dire che Wodehouse è Wodehouse e anzi, la forma breve si presta benissimo alle gesta di Bertie e Jeeves, che si basano su strutture sempre simili e ripetizioni degli stereotipi dei personaggi. Una tiratina d'orecchie al traduttore che ha lasciato in inglese il "Milady's boudoir" quando in altre edizioni "Il salottino di Milady" mi sembrava immensamente più faceto.

<...Ma non voglio farle perdere tempo: già che è qui, può dare un'occhiata anche al mio ginocchio>.
<Al suo ginocchio?>.
Io sono favorevolissimo alle ginocchia, ma al momento giusto e nel posto giusto, come si dice, e questo non mi pareva il momento. Lei proseguì imperterrita.
<Che ne pensa di questo ginocchio?>, chiese, sollevando i sette veli.
Be', naturalmente si deve essere cortesi.
<Fantastico!>, dissi.
<Mi creda se le dico che talvolta mi fa molto male>.
<Davvero?>.
<Un dolore lancinante. Va e viene. E le dirò una cosa buffa>.
<Cosa?>, domandai, sentendo di aver bisogno di una bella risata.
<Ultimamente ho sentito lo stesso dolore proprio qui, in fondo alla spina dorsale>.
<Sul serio?>.
<Sì. Come aghi roventi. Vorrei che lo esaminasse>.
<La sua spina dorsale?>.
<Sì>.
Scossi il capo. Nessuno più di me ama un po' di baldoria e di cameratismo bohémien e animare una festa. Ma c'è un limite, e noi Wooster sappiamo dove fermarci.
<Non si può>, dissi austeramente. <Non la spina dorsale. Le ginocchia sì. La spina dorsale, no>.
Sembrò sorpresa.
<Be', devo dire che è uno strano tipo di dottore>.
Io sono piuttosto perspicace, come ho detto prima, e cominciai a capire che doveva esserci una specie di malinteso.


"La vita è strana, Jeeves" P.G. Wodehouse, trad. Tracy Lord, Polillo
4/5

2 novembre 2012

Quattrini in banca ***

Certamente non il miglior Wodehouse, ma comunque piacevole e divertente qui e là. Lord Uffenham ha investito i suoi averi nell'acquisto di brillanti, che poi ha nascosto in casa scordandosi il luogo. Nel frattempo per campare ha dovuto affittare la casa e lui si finge il maggiordomo per aver l'agio di cercare le pietre. Naturalmente si scatenano i soliti incastri di equivoci e bugie.
Gli altri personaggi sono Jeff Miller, avvocato che parla più di quanto pensa, la signora Cork, che fonde in sè la più spietata cacciatrice e la più inflessibile vegetariana, i coniugi Molloy, Chimp Twist, investigatore privato, Anna, nipote di Lord Uffenham e Lionel Green, nipote della Cork.
I pezzi migliori sono i consigli di cuore di Lord Uffenham. Il finale non è illuminante.
Il rumore proveniva dall’armadio. Nessun uomo onesto si sarebbe cacciato in un armadio, pensava Trumper con ragione. Ma se non aveva dubbi sulla effettiva presenza del ladro, era invece molto incerto sulla decisione da prendere. L’umanità può essere divisa grosso modo in due categorie: quelli che, consci della presenza di un estraneo nel loro armadio, ne spalancano decisamente lo sportello affrontando il malvivente; e quelli che questo non fanno. Eustace apparteneva alla seconda categoria.
"Quattrini in banca" P.G. Wodehouse, trad. Sirio Agnati, Mondadori, 1974
***/5

28 gennaio 2012

Alla buon'ora Jeeves

 - Lo imaginavo. Non ci mancava che questo. Non so come le cose possano andar peggio di così, ma tu ci riuscirai. Il tuo genio ed il tuo intuito troveranno la via. Continua, Berto. Sì, continua. Ormai non mi importa più di nulla. Forse finirò anzi col trovare un debole interesse vedendo in quali oscuri e profondi abissi potrai precipitare questa casa. Prova, ragazzino mio... Che stai mangiando?
- E' un po' difficile dirtelo. Una specie di pasta sul pane, come una colla di pesce con estratto di carne.

7 dicembre 2011

Le zie non sono gentiluomini

"Senza cocktail, in fondo, ci potrei anche stare. Sarebbe dura, ma noi Wooster siamo gente di ferro. Ma lei dice che devo anche smettere di fumare."
"Questa sarebbe veramente la più intollerabile delle privazioni."
"Smettere di fumare, Jeeves!"
"Sì, signore. Noterà che sto tremando."

5 dicembre 2011

Le zie non sono gentiluomini

"Beh, allora, Wooster, che cosa ha fatto dall'ultima volta che ci siamo visti? Come va la salute?"
"Benissimo, grazie, tranne che ho delle macchie sul petto."
"Macchie? Male, male. Quante?"
Risposi che non avevo fatto un censimento ma sembravano parecchie, al che lui scosse la testa con aria grave.

16 novembre 2011

Zio Dinamite

Uno dei Wodehouse più divertenti!
Il consiglio che do ad ogni giovanotto che muova alla ricerca di una compagna della vita, è di trovarsi una ragazza alla quale possa fare il solletico. Ti ci vedi a fare il solletico a Hermione Bostock, tu? Lei si ergerebbe in tutta la sua maestà e direbbe: "Signore!".
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