28 gennaio 2012

Alla buon'ora Jeeves

 - Lo imaginavo. Non ci mancava che questo. Non so come le cose possano andar peggio di così, ma tu ci riuscirai. Il tuo genio ed il tuo intuito troveranno la via. Continua, Berto. Sì, continua. Ormai non mi importa più di nulla. Forse finirò anzi col trovare un debole interesse vedendo in quali oscuri e profondi abissi potrai precipitare questa casa. Prova, ragazzino mio... Che stai mangiando?
- E' un po' difficile dirtelo. Una specie di pasta sul pane, come una colla di pesce con estratto di carne.

- Dammene, - disse zia Dalia con noncuranza.
La misi sull'avviso:
- Sta attenta come mastichi. Si attacca più di un fratello... Oh,Jeeves!
L'uomo era sorto sul tappeto. Al solito, senza il minimo rumore.
- Un biglietto per lei, signore.
- Un biglietto per me, Jeeves?
- Un biglietto per lei, signore.
- Da parte di chi, Jeeves?
- Dalla signorina Bassett, signore.
- Di chi, Jeeves?
- Della signorina Bassett, signore.
- Della signorina Bassett, Jeeves?
- Della signorina Bassett, signore.
A questo punto zia Dalia, che, dopo un morso, aveva deposto il pane con la pasta, ci pregò, con una certa impazienza di farla finita con questo dialogo da operetta. 
"Alla buon'ora, Jeeves" P. G. Wodehouse

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