26 gennaio 2012

All'ombra delle fanciulle in fiore

Il modo indagatore, ansioso, esigente in cui guardiamo la persona che ci è cara, la nostra attesa della parola che ci darà o ci toglierà la speranza di un appuntamento per l'indomani, e - finchè tale parola non venga detta - l'alternarsi, se non la simultaneità, nella nostra fantasia, di gioia e disperazione, tutto questo rende la nostra attenzione nei confronti dell'essere amato troppo tremante per poterne ottenere un'immagine davvero precisa. Forse, questa attività di tutti i sensi in una sola volta, questo sforzo di conoscere semplicemente con gli sguardi qualcosa che li trascende, è anche troppo indulgente verso le mille forme, verso tutti i sapori, verso il muoversi della persona viva che di solito, quando non amiamo, vediamo immobile. Il modello prediletto, invece, non sta mai fermo; non si hanno, di lui, che fotografie mancate. [pg. 75]
"All'ombra delle fanciulle in fiore" Marcel Proust, trad. Giovanni Raboni, Mondadori

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