6 febbraio 2012

Il ritratto di Dorian Gray e Oscar Wilde

Con Oscar Wilde ho un rapporto conflittuale. A scuola lo odiavo ardentemente. Avevo una professoressa di italiano, una minuscola donna alta un metro e un barattolo con un caschetto biondo scolpito. Usava coprirsi di un fitto drappo tintinnante di bracciali, catene, collane, anelli, cinture, spille; tutto d'oro. Nell'insieme sembrava un bizzarro effetto luminoso e sonoro. Quando correggeva i compiti alla cattedra, riuscivamo a indovinare il voto dal tintinnio degli ammennicoli: più forte era il rumore, più basso il voto. Comunque, questa professoressa ci fece comprare i racconti di Oscar Wilde, e ricordo queste tremende lezioni d'antologia impiegate a leggere quei racconti che trovavo odiosi. Artefatti nelle descrizioni: tutto in Wilde è “color malva”, tutto sembra un fiore, tutto è così leziosamente carino e rosato. Io il Principe felice, o il maledetto usignolo e la rosa, non li ho mai potuti soffrire. Da piccola, poi, dell'estetica, me ne poteva fregare tanto così. E Wilde è tutta estetica. Arrivammo poi ad un racconto che non era  né carino né rosato, era un racconto su dei pescatori di perle in cui alla fine un pescatore va in acqua con della cera nelle orecchie e muore. Questo racconto mi orripilò a tal punto che me lo ricordo ancora, in particolare il fatto della cera nelle orecchie,  e decretai che Wilde non mi piaceva né quando è lezioso, né quando è mostruoso, sapendo egli essere entrambe le cose senza mezze misure.
Parlando di libri con una mia amica, anni dopo, si scandalizzò moltissimo quando espressi ciò che pensavo di Wilde. Mi chiese se avevo letto The importance of being Earnest e  Il ritratto di Dorian Gray. No, non li avevo letti. Per me Wilde era sempre stato solo quel pescatore di perle. Un giorno perciò presi per le corna i miei pregiudizi e iniziai The importance of being Earnest, per il semplice fatto che era corto: se sofferenza doveva essere, sarebbe finita in fretta. Mi piacque moltissimo, mi fece proprio ridere. Vedi, questo Wilde? Non ha scritto solo cose orribili su pescatori di perle. Benissimo. Presi in biblioteca un libro intitolato “La vita di Oscar Wilde attraverso le lettere”. Ne viene fuori un ritratto di Wilde che mi fece, a dir la verità, un po' pietà. Un uomo sì geniale, ma, poveretto, solo nel campo artistico; compensava la sua eccellenza con enomi mancanze in altri ambiti. Un gran cretino in tutti gli altri fronti della vita, insomma. Il De Profundis è uno scritto di una bellezza e una saggezza unici, commovente, meraviglioso. Peccato che dopo averlo scritto Wilde agisce in maniera diametralmente opposta a qualsiasi buon proposito espresso. Leggendo le sue lettere, mi chiedevo se veramente il suo genio non fosse una sorta di illuminazione esterna. Insomma, rimproveravo a Wilde l'estetismo, ma lui stesso ne è una vittima. La vita l'ha messo in condizione di fare autocritica ma poi è ripiombato nella sua giuliva superficialità.
Questo tutto il cammino che mi ha  portata a “Il ritratto di Dorian Gray”. Mi spiace dirlo, ma non mi è piaciuto molto. Naturalmente Wilde è oggettivamente un grande scrittore, questo lo riconosco; il mio è un giudizio puramente soggettivo: il simbolismo del quadro è meraviglioso, ma la potenza di questa idea centrale è diluita dal continuo chiacchiericcio dei personaggi principali. Due tipi odiosi, Henry e Dorian. Henry soprattutto non dice una cosa sensata in tutto il libro: questa ossessione per i paradossi, questo gusto di Wilde di mettergli in bocca arguzie idiote, boiate amorali rivestite da pillole di saggezza parossistica. Magari belle a sentirsi ma vuote, vuotissime. Eh, l'estetismo. E Dorian con la sua bellezza - Wilde rispolvera i fiori: tutto anche qui è un fiore: la bocca, le mani, le guance: Dorian sembra un vivaio - e la sua completa amoralità. Fa idiozie per tutto il libro e tutte le volte ha un brevissimo attimo di rimorso, poi alza le spalle e appioppa la colpa a un terzo. E via così.
Sono personaggi odiosi. Il pittore era più simpatico, naturalmente viene ammazzato a metà.
Di questo romanzo mi rimarrà l'idea del quadro. Il resto non mi ha convinta.
"Il ritratto di Dorian Gray" Oscar Wilde ***/5

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