Chi scrive sa che dovrà scegliere fra l'ordine e il disordine. Oggi noi di solito scegliamo il disordine. L'impulso a costruire e architettare in ordine e in armonia con noi stessi e con gli altri sembra scomparso dal mondo. Abbiamo perduto le forze e ci sentiamo sopraffatti e infelici. Ci sentiamo vittime e le vittime non costruiscono. I romanzi che oggi scriviamo, sempre o quasi sempre, sono scritti nel disordine e in un lungo sfogo di lagrime. A volte qualcuno, fra le lagrime, afferra del mondo circostante qualche lembo reale. Non ha compagni o non li vede intorno a sé e non indirizza la sua angoscia ad anima vivente. Tutt'al più chiede un poco di attenzione ai rari passanti che si soffermano per un attimo e vanno oltre. [pg. 39]Da "L'unico libro di Elizabeth Smart", in "Vita immaginaria" Natalia Ginzburg, Mondadori
4 febbraio 2012
Vita immaginaria
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