2 febbraio 2012

Jezabel

Questo Jezabel è un romanzo estremamente femminile. La protagonista è Gladys, donna bella e superficiale ossessionata dalla bellezza e dalla gioventù. Il romanzo si apre alla fine della vicenda: Gladys è imputata in un processo che la vede assassina di un giovane uomo. Questa parte del romanzo è molto coinvolgente: si assiste in presa diretta all'udienza in tribunale: la bella Gladys non fa nulla per discolparsi, ma non fornisce neanche reali spiegazioni del suo gesto. Una folla di testimoni si avvicenda ma senza informazioni rilevanti. E così la Némirovsky torna indietro, e ci mostra chi è quella Gladys, quella bella donna che si torce le dita sul banco degli imputati.

Se all'inizio si prova simpatia per questa donna, prestissimo si entra nel suo gioco mentale ottuso e superficiale: la conosciamo a vent'anni, quando si rende conto del suo fascino e inizia ad esercitare il suo sottile potere sugli uomini, per poi nutrirsi della loro ammirazione. Ammirazione che diventa una droga e unico motivo di vita per questa donna ricca e annoiata. Gli anni passano, la bellezza appassisce, e Gladys tenta con tutti i mezzi di arginare lo scorrere del tempo: si cura ossessivamente, falsifica i propri documenti, veste la figlia da bambina fino ai diciott'anni.
Nel finale, senza raccontare troppo, le tragedie si succedono, tutte per questa patologica ossessione per l'aspetto fisico, fino all'assassinio finale.
Il romanzo si svolge nell'arco di quarant'anni, dai venti ai sessanta di Gladys. Devo dire che la Némirovsky non ha quel particolare stile che permette di valorizzare le storie "di transizione". Penso a Tolstoj e a Simenon. Loro hanno quel particolare tocco che permette alle storie di franare dolcemente, progressivamente, in una serie di cambiamenti fluidi fino all'atto finale. La Némirovsky, dicevo, non ha questo dono. La storia procede a scatti, e neanche troppo simmetricamente. Si susseguono lunghissimi momenti introspettivi e velocissimi atti drammatici. L'immediatezza della narrazione in tribunale sembra molto più congeniale allo stile della scrittrice.
Onestamente, mi aspettavo un po' di più: la protagonista è troppo negativa per suscitare qualsiasi simpatia, lo stile, appunto, non mi ha convinta del tutto, ma il romanzo è coinvolgente e getta una luce quanto mai esplicita e moderna sulla vanità femminile.
"Jezabel" Irène Némirovsky, Adelphi, € 10 *** e mezzo/5

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