5 dicembre 2011

Le zie non sono gentiluomini

"Beh, allora, Wooster, che cosa ha fatto dall'ultima volta che ci siamo visti? Come va la salute?"
"Benissimo, grazie, tranne che ho delle macchie sul petto."
"Macchie? Male, male. Quante?"
Risposi che non avevo fatto un censimento ma sembravano parecchie, al che lui scosse la testa con aria grave.
"Potrebbe essere peste bubbonica o psilosi, a meno che sia istoplasmosi. Uno dei miei portatori indigeni un giorno aveva delle macchie sul petto, e lo seppellimmo prima del calar del sole. Non c'era più altro da fare. Sono gente delicata questi portatori indigeni, anche se non si direbbe a vederli. Tutte le malattie sono loro, psilosi, peste bubbonica, istoplasmosi, febbre della giungla, raffreddore; un disastro. Beh, Wooster, piacere di averla rivista. L'inviterei a colazione ma devo prendere un treno, vado in campagna."
Mi lasciò, come potete immaginare, piuttosto impressionato. Bertie Wooster è un intrepido, tutti lo sanno, e non si lascia spaventare facilmente, ma quei discorsi a proposito di portatori indigeni seppelliti prima del calar del sole mi avevano innervosito. Né valse a rassicurarmi l'apparizione di E. Jimpson Murgatroyd. Tipton mi aveva avvertito che non mi dovevo aspettare un tipo allegro, ma la realtà superava l'immaginazione. Murgatroyd aveva occhi meditabondi e tristissimi, lunghissime basette, e la sua somiglianza con una rana in preda a crisi di depressione fin dalla più tenera infanzia finì di farmi cadere il cuore ai piedi. [pg. 26]
"Le zie non sono gentiluomini" P.G. Wodehouse

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...