9 dicembre 2011

I padri

Da tempo orfani, noi generiamo degli orfani, essendo stati incapaci di diventare noi stessi dei padri. (...) 
Penso tuttavia che se non abbiamo padre è perchè, come ho detto, non lo meritiamo. Incapaci di isolare e leggere in noi stessi i nostri errori, di chiamarli duramente col loro nome, disposti sempre a censurarli e ignorarli, a fingere con noi stessi che non esistano, tolleranti verso i vizi e gli errori dei nostri consanguinei e gli amici di una tolleranza che non è generata da pietà o comprensione, ma è fatta d'ozio, di indifferenza e soprattutto di confusione, usiamo lamentarci dell'assenza della critica come bambini che sono stati messi a dormire al buio.
Nella nostra ansia e nell'attesa di un padre che non verrà a soccorrerci, semplicemente  perchè non esiste,  noi contempliamo con desiderio sempre più acuto l'immagine di un essere che volesse mettere ordine nella nostra vita sparsa e confusa; vediamo proiettata sui muri la sua figura alta e vigile, sentiamo vibrare nell'ombra la sua voce severa. Ma l'atto di asciugarci le lagrime e di assumere noi le spoglie del padre, questo atto forse così semplice ci è impossibile e ci è precluso, e seguitiamo a muoverci nell'ombra barcollanti e tremanti.
cit. da "Mai devi domandarmi" di Natalia Ginzburg, Einaudi, 11 €

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