20 dicembre 2011

Igiene dell'assassino

La Nothomb è sempre alla ricerca di quell'arguzia anticonvenzionale che possa affermare ancora e ancora il suo senso di superiorità. Aspetto che le riesce, generalmente. Mi piace che una donna, sin da piccola (La metafisica dei tubi, Sabotaggio d'amore) abbia la spudoratezza di affermarsi "speciale"; l'eccezionalità della Nothomb è decisamente e caparbiamente (e, il più delle volte, felicemente) autoaffermata.
Questo libro doveva essere la quintessenza di tutte queste doti: un lungo dialogo fra un autore Nobel per la letteratura e vari giornalisti DEVE, per forza, essere incentrato su argomenti brillanti e anticonvenzionali, se no ne rimane ben poco. Purtroppo, non è così.
Il dialogo si riduce per la maggior parte in uno sfoggio autocompiaciuto, infarcito di banalità laddove doveva esserci genialità, carico di contraddizioni e, purtroppo, di cattivo gusto. L'autore stesso, Tach, sembra rispolverato dal personaggio delle Catilinarie, l'ossessivo Palamede. Forse era appunto questo, lo scopo della Nothomb: fare un libro in cui denigra le metafora ma che si regge su una metafora, condannare il cattivo gusto e infarcirne il dialogo, mascherare in vesti brillanti banalità già sentite. Non so. Il risultato, comunque, non soddisfa.
Ho visto adesso che è il primo romanzo che ha scritto. Forse se lo riscrivesse ora sarebbe un po' meglio.
"Igiene dell'assassino" Amélie Nothomb, Guanda, 10 € **/5

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...