Giro di vite

Una storia di spettri fortemente simbolica, scritta magnificamente, nella quale ci si trova strettamente avvolti, come se fossimo anche noi nella magione sprofondata nella campagna inglese, nebbiosa come si conviene.
Un'istitutrice si trova a dover gestire due bambini, Flora e Miles. Quest'ultimo, il più grande, viene cacciato dal collegio, e mai si sapranno, con precisione, le motivazioni di una così drastica punizione; motivazioni ancora più misteriose vista l'aria angelica e bellissima dei due bambini, e la loro squisita educazione.

L'apparizione di due spettri, un uomo e una donna, sconvolge la vita tranquilla dell'istitutrice, il cui primo pensiero è salvare i due bimbi da simili e terrorizzanti manifestazioni; le sue convinzioni, però, cominceranno a vacillare quando si rende conto che i due bambini intrattengono rapporti coi due spettri, intessono con loro una vita nascosta, in un pieno, ed inaccettabile, contrasto con la loro aria angelica.
Il finale giunge inaspettato e lascia basiti; ci si trova increduli a fissare il biancore dell'ultima pagina. Miles, alla fine della sua infanzia, è combattutto fra le influenze demoniache di Quint, e quelle benefiche dell'istitutrice. Il finale è costellato di simbolismi: la lettera, innanzitutto, è la rappresentazione materiale del bivio. La lettera che Miles prima ruba, poi legge di nascosto, ed infine distrugge. La redenzione, la scelta definitiva, sta nel confessare l'accaduto, o scegliere di perseguire l'inganno. In pratica, di scegliere fra Miss Giddens o Quint. Compiuta la scelta, l'infanzia di Miles muore, ed è un uomo adulto. Miss Giddens, l'istitutrice, simboleggia anche l'amore, sentimento che per eccellenza segna il passaggio dall'infanzia alla vita adulta: "Sembra di essere in viaggio di nozze", scrive James, quando Miss Giddens e Miles rimangono soli, e siamo in attesa della rivelazione che inseguiamo da tutto il libro.
"Giro di vite" Henry James, Mondadori, 9 € ****/5