12 dicembre 2011

La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo

Comprai questo libro per il titolo, che fa molto british. Ora guardate il tipo serio e pensoso con l'indice alla tempia in copertina: ecco, quel tizio lì, non c'entra niente col romanzo: Sterne era un PAZZO.
Prendete questo romanzo come un’occasione unica per discorrere con un uomo del settecento dotato di un bizzarro senso dell’umorismo, folle nei suoi ragionamenti, e prodigo di doppi sensi- quando mai vi potrebbe capitare?
Lo stile è pomposo e prolisso, come quello di qualsiasi romanzo settecentesco, ma lascia attoniti la serie di cretinerie, assurdità, spiritosaggini che contiene, sempre con lo stesso stile serio e sfarzoso. Prestatevi ai giochini che dissemina, disegnate sulla pagina bianca il ritratto della vedova Wadman, domandatevi il perchè di un capitolo sui baffi e di uno sugli occhielli (saranno doppi sensi?), scrutate le pagine marmorizzate piazzate lì boh, perchè? Insomma, crogiolatevi nel nonsense.
Ci sono anche momenti digressivi fuori tema e un po’ datati, soprattutto fra il IV e il VII libro, ma sarebbe un peccato farsi spaventare da queste pagine un po’ più noiose per perdersi il resto. Come dice il buon Pennac, il lettore ha diritto di saltare qualche pagina, laddove lo ritenga necessario. Ma occhio! Siamo ammoniti da Sterne stesso:

“Le digressioni, inconfutabilmente, sono la luce del sole; - sono la vita, l’anima della lettura;- eliminatele da questo libro, per esempio, tanto varrebbe che eliminaste con essere il libro stesso; restituitele allo scrittore; e si fa avanti baldanzoso come uno sposo; - augura Salute a tutti; riporta la varietà, e impedisce all’appetito di languire.”
La narrazione di Tristram Shandy, gentiluomo, inizia, come tutte le vite, dal suo concepimento, durante il quale la signora Shandy, molto poco opportunamente, interrompe il marito chiedendogli:
“- Scusate, mio caro, non avete dimenticato di ricaricare l’orologio?- -Buon D--! Esclamò mio padre, lasciandosi sfuggire un’imprecazione, - Quando mai una donna, dalla creazione del mondo ai giorni nostri, ha interrotto qualcuno con una domanda così sciocca?”
La nascita di Tristram è accompagnata da una serie di buffe sventure: leggendo si verrà a sapere come possa essere di estrema disgrazia avere un naso piccolo, o come il povero Tristram sia stato battezzato proprio così, nonostante il padre consideri il nome “Tristram” adatto solo agli sfaccendati e a coloro che non compieranno mai nulla di buono nella vita.
Si parlerà tanto d’amore: di storie sfortunate:

“Oh! Vi è un dolce momento nella vita dell’uomo, nel quale, (essendo il cervello tenero e filamentoso, e più simile alla pappa di qualsiasi altra cosa) – la storia di due amanti appassionati, separati uno dall’altro dai genitori crudeli, e da un destino ancora più crudele-
Amandus – Lui
Amanda – Lei
Entrambi ignari della direzione l’uno dell’altra,
Lui – a est
Lei – a ovest”
E di storie fortunate, come quella fra Tom e la vedova proprietaria di una macelleria:

“Non c’è niente di più goffo, con licenza di vostro onore, che corteggiare una donna mentre fabbrica salsicce.”
Non mancano storie di Amore e Corna:

“La parte lesa è almeno la terza, ma di solito l’ultima in casa, a saperne qualcosa della faccenda: ciò deriva, come tutti sanno, dall’esserci una mezza dozzina di parole per definire una cosa sola; e fintanto che ciò, che in questa spoglia mortale è Amore – può essere in quella Odio – Sentimento mezza iarda più su – e Sventatezza.”
Sterne è prodigo anche d’informazioni per gli aspiranti scrittori:

“Dei vari modi di cominciare un libro in uso oggi in tutto il mondo conosciuto, confido che il mio modo di farlo sia il migliore – Sono certo che è il più religioso – Perché incomincio a scrivere la prima frase- e mi affido a Dio Onnipotente per la seconda”
E ci fornisce la sua ricetta per superare il blocco dello scrittore:

“Prendo immediatamente il rasoio; e dopo averne provato il filo sul palmo della mano, senza ulteriori cerimonie, a parte quella di insaponarmi prima la barba, me la rado. Dopo di che mi cambio la camicia - indosso una marsina migliore, mi faccio portare l’ultima parrucca – mi infilo al dito l’anello di topazio (…) L’anima e il corpo sono soci in qualsiasi cosa accada loro: nessuno può vestirsi, senza che anche le sue idee si vestano allo stesso tempo. Come Omero sia riuscito a scrivere con una barba così lunga, non lo so. Per questo motivo, quando i vostri onori e reverenze volessero sapere se scrivo pulito e in modo adatto a essere letto, sarebbero in grado di giudicare esaminando il conto della mia lavandaia, quando i miei libri. (…) Un’obiezione, a questi rimedi, è la loro mancanza di universalità: in quanto che la parte che riguarda la rasatura, sulla quale è stato messo con tanta forza l’accento, per una inalterabile legge di natura, esclude completamente dal suo uso una metà della specie umana: posso solo dire, che le donne scrittrici, siano essere inglesi, o francesi, è meglio che lascino perdere- Quanto alle signore spagnole- per loro non c’è da preoccuparsi.”
"Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo" Laurence Sterne, Mondadori, 11€ ****/5

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