10 dicembre 2011

Sul valore dei libri

Forse sono stata l'unica lettrice ad essere stata contenta, o sicuramente una delle poche, quando è passata la legge Levi, quella legge sul divieto di scontare i libri più del 15%. Era qualche anno che c'era questa moda delle case editrici di scontare i propri titoli, sicuramente per incentivare gli acquisti in tempi di crisi.
Ora, io sto sempre attenta ai prezzi in libreria, perchè se scegliessi a ruota libera dovrei accendere un mutuo, e perchè leggo tanto, ma tanto, e anche spendendo 10 € a libro, viene una cifretta. Sono anni che mi tengo lontana dai rilegati, prezzi inarrivabili, fascette entusiastiche e spesso autentici orrori. Comunque, giusto per dire che non sono milionaria, che sicuramente ho approfittato anch'io degli sconti, e in un certo qual modo gradivo questa catena di offerte, che iniziava da una casa editrice, e poi seguivano a ruota le altre, e insomma un paio di volte l'anno qualsiasi libro volessi lo trovavo scontato.

9 dicembre 2011

I padri

Da tempo orfani, noi generiamo degli orfani, essendo stati incapaci di diventare noi stessi dei padri. (...) 
Penso tuttavia che se non abbiamo padre è perchè, come ho detto, non lo meritiamo. Incapaci di isolare e leggere in noi stessi i nostri errori, di chiamarli duramente col loro nome, disposti sempre a censurarli e ignorarli, a fingere con noi stessi che non esistano, tolleranti verso i vizi e gli errori dei nostri consanguinei e gli amici di una tolleranza che non è generata da pietà o comprensione, ma è fatta d'ozio, di indifferenza e soprattutto di confusione, usiamo lamentarci dell'assenza della critica come bambini che sono stati messi a dormire al buio.

... e brutti film

Come Alfie, con Jude Law, che non capita spesso ma capita che guardi un film e dici: mamma che brutto.

8 dicembre 2011

Barnaby Rudge

Barnaby Rudge viene pubblicato a puntate sul giornale Master Humphrey's Clock nel 1841. E' il quinto libro di Dickens, dopo Pickwick, Oliver Twist, Nicholas Nickleby e La bottega dell'antiquario. Non è il miglior  Dickens: risente, sicuramente, della giovane età dell'autore: Dickens ebbe successo fin da giovane (quando esce Pickwick, lui ha soli 24 anni), ed è generalmente approvata l'idea che dopo essersi provato nei personaggi comici (Pickwick, La bottega dell'antiquario), nel tragico (Oliver Twist), e nello stile del più classico romanzo (Nicholas Nickleby), Barnaby Rudge è il romanzo storico e romantico. E', infatti, un romanzo più unitario rispetto ai precedenti, i personaggi sono meno numerosi, le storie parallele anche. Il lato romantico è vissuto dalle difficili storie d'amore fra Edward e la signorina Haredale, e fra Joe e Dolly. Gran parte del romanzo, invece, narra delle sommosse anti-cattoliche che sconvolsero Londra dal 2 al 7 giugno del 1780, ricordate come Gordon Riots. Dickens non si sofferma sulle ragioni più profonde delle sommosse, ma traccia un quadro particolareggiato della violenza che sconvolse la città, violenza spesso perpetrata per mano di ignoranti, afflitti e violenti, per i quali le ragioni ideologiche erano se non sconosciute comunque irrilevanti.

7 dicembre 2011

L'uomo che non c'era

L'uomo che non c'era è un film del 2001 dei fratelli Coen: è un film fuori dell'ordinario, non solo per la loro cinematografia ma per il cinema contemporaneo in generale. E' in bianco e nero, che è una scelta cinematografica coraggiosa, perchè basta da sola a scoraggiare gli spettatori meno volenterosi. E' un film che mi sembra, stilisticamente, vicinissimo alla perfezione. Le riprese sono tutte meravigliose, la fotografia eccezionale: il tutto si gioca sulle luci e sulle ombre (tutto, in effetti, compresa la vita del protagonista), magnifici e violenti tagli di luci in questi interni scuri, sui volti, sui gesti quotidiani del protagonista nel negozio da barbiere in cui lavora.

Le zie non sono gentiluomini

"Senza cocktail, in fondo, ci potrei anche stare. Sarebbe dura, ma noi Wooster siamo gente di ferro. Ma lei dice che devo anche smettere di fumare."
"Questa sarebbe veramente la più intollerabile delle privazioni."
"Smettere di fumare, Jeeves!"
"Sì, signore. Noterà che sto tremando."

6 dicembre 2011

Tre uomini in barca (per tacer del cane)

Con questo libro imparerete:
- Che è meglio evitare di sfogliare i manuali medici
- Che quando il capofamiglia decide di attaccare un quadro al muro è meglio trovarsi un impegno altrove
- Che bisogna nascondere l'impazienza di veder bollire l'acqua o questa non bollirà mai
- Come cani e bollitori non vadano d'accordo
- Come i terrier non abbiano un carattere mansueto

Gita al faro

Questo libro è un condensato di pensieri in presa diretta dalla testa di un'ansiosa. E' il mio secondo tentativo con la Woolf con esito deludente. Anzi, Mrs Dalloway mi era piaciuto di più: aveva una freddezza quasi chirurgica che Gita al faro, invece, non ha. Ho colto con quest'ultimo in maniera più particolareggiata quello che mi disturba della scrittura della Woolf: ha uno stile che incarna tutti i difetti della scrittura femminile.

5 dicembre 2011

Le zie non sono gentiluomini

"Beh, allora, Wooster, che cosa ha fatto dall'ultima volta che ci siamo visti? Come va la salute?"
"Benissimo, grazie, tranne che ho delle macchie sul petto."
"Macchie? Male, male. Quante?"
Risposi che non avevo fatto un censimento ma sembravano parecchie, al che lui scosse la testa con aria grave.

4 dicembre 2011

Le lettere di Berlicche

In ogni settore della vita esso [il disappunto] segna il passaggio dalla sognante aspirazione alla fatica del fare. 

Le sue idee intorno all'anima di sua madre saranno incomplete e spesso errate, egli, in qualche modo, pregherà per una persona immaginaria, e sarà tuo compito rendere quell'immaginaria persona ogni giorno meno simile alla madre vera. 

L'altra casa

La traduzione è agghiacciante.
Il romanzo è più un giallo e non mi è sembrato molto "jamesiano", ma vista la traduzione pessima non posso esserne certa. Purtroppo, il libro segue una parabola discendente: è molto coinvolgente fino alla fine della prima parte (quando, in effetti, non c'è ancora un giallo, ma solo una accurata presentazione psicologica dei personaggi). Dalla seconda parte in poi perde un po' di quell'unità quasi teatrale e della lucidità che arricchivano l'inizio.
L'identità dell'assassino non sorprende perchè la doppiezza del personaggio è esplicitata in una frase proprio all'inizio del libro. 
"L'altra casa" Henry James, Mondadori, 8,50 € ***/5

3 dicembre 2011

Solaris

Ci crediamo cavalieri dell'ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l'uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo nei pianeti una civiltà migliore della nostra... ma che sia l'immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. [pg. 81]


L'uomo, contrariamente alle apparenze, non si crea degli scopi. Glieli impone il periodo nel quale nasce, ed egli può servirli o ribellarvisi, ma l'oggetto del suo servizio o della sua rivolta gli è dato dall'esterno. [pg. 213]

La vita è meravigliosa

 Ho visto, ieri, un bel film, uno di quei film che sono i mostri sacri del cinema, uno di quei film che forse sei l'unica a non aver mai visto, ho visto "La vita è meravigliosa" di Frank Capra. In inglese il titolo mi piace ancora di più, perchè è "It's a wonderful life", che sarebbe più "E' una vita meravigliosa", una cosa più specifica, insomma, una cosa che dà più l'idea di un ragionamento piuttosto di "La vita è meravigliosa", che pare un commento più en-passant.
Comunque, ho deciso di guardarlo in quest'animo: avevo appena visto una puntata di How I met your mother in cui i protagonisti vanno al cinema sotto Natale a vedere "It's a wonderful life" e uno si porta dietro una casetta di pan di zenzero da mangiare durante il film, e in svariati film americani quando si parla di Natale la festa è associata imprescindibilmente con la visione di "It's a wonderful life" e così, che diamine, vediamolo.
E' la storia di un brav'uomo, un po' buffo, magro e alto alto e con la faccia che secondo me stava benissimo in quanto a espressione a Bertie Wooster, non so se conoscete i libri di Jeeves e Wooster di Wodehouse, ma all'inizio del film pensavo: è un gran peccato che nessuno abbia mai detto a James Stewart di interpretare, con quella faccia, Bertie Wooster. Un gran peccato. 

2 dicembre 2011

Tempi difficili

Tempi difficili è comunemente travestito come un romanzo sulla rivoluzione industriale. E' vero, ma è assai limitante. E' ambientato in una cittadina industriale, grigia e plumbea, tutta improntata alla razionalità e allo stesso meccanicismo che ben si addice alle macchine in fabbrica e poco si addice agli esseri umani. E' in questo sfondo che Dickens posiziona tutta una galleria umana di meravigliosa ricchezza: personaggi tridimensionali e così ironici come solo lui è in grado di creare. Veniamo a conoscenza, così, della famiglia Gradgrind, “eminentemente pratica” e ligia alla razionalità dei Fatti.

Non lasciarmi

Questo romanzo nasce e si sviluppa intorno ad un punto centrale: l'idea che l'ingegneria genetica ci permetta di costruire cloni da cui espiantare organi da usare per curare le malattie. L'argomento non è né originale né inesplorato, ma porta con sé una serie di argomenti etici e morali di sicuro interesse.
Ishiguro costruisce la trama con movimenti concentrici attraverso la tecnica del flashback, che non gli è affatto nuova ed era stata efficacissima in “Quel che resta del giorno”.

Portatevi un pupillometro


Altre chicche del Corriere della Sera online
In un interessantissimo articolo sul Corriere della Sera online, addirittura in prima pagina, il genere d'articoli che ti spingono a comprare ogni giorno il giornale e che immagino giustifichino da soli l'esistenza della stampa nazionale, si informa la popolazione lettrice tutta di una cosa di cui già era a conoscenza chiunque abbia mai preso in mano un manuale comportamentalista, ovvero che "Gli occhi grandi fanno sbocciare l'amore". Nell'articolo si prosegue chiarendo che "gli occhi si dilatano" quando una persona prova interesse per un'altra persona: tranquillizziamo i lettori che non sono gli occhi interi a dilatarsi, ma solo le pupille: c'è una certa differenza. Perchè, immaginatevi che uscite la prima volta con uno, e gli occhi interi del tizio si dilatano occupando mezza faccia. Non so, mi pare inquietante. Persino Google se si scrive occhio dilatato aggiunge, con la solita incomparabile educazione: Cazzo dici? Forse cercavi pupilla dilatata.
L'articolo prosegue lasciando intendere che per qualche istinto di sopravvivenza finora non razionalizzato che ci ha salvato dall'estinzione, le cene si consumano a luce soffusa e a lume di candela per far dilatare le pupille. Che quindi l'unica ragione se gli appuntamenti non si svolgono in comissariato nella stanza degli interrogatori con la luce puntata in faccia, o dal dentista stesi sulla poltrona, è solo ed esclusivamente perchè, neurofisiologicamente parlando, se la pupilla (e non l'occhio) si dilata pensi: che figo! se no, niente. 

1 dicembre 2011

No caffè

Prefazione: se non leggete il post precedente, Il gioco dell'immondizia, questo post vi apparirà in gran parte incomprensibile, e vi sembrerà frutto di una mente psicopatica quando, invece, un perchè, c'è.

Ci son giornate che iniziano che hai finito il caffè, e contrariarsi i primi 5 minuti che sei in piedi e pericolosissimo-issimo. Infatti immediatamente dopo ti succede che senti in lontananza il camioncino dell'immondizia, allora con insospettabile slancio vista l'ora mattiniera, così in pigiama (inguardabile, fra l'altro, il pigiama) e le oscene crocs a fiori, agguanti il sacco della pattumiera che pesa 3 tonnellate, ma nelle situazioni d'emergenza si sa che i sensi sono offuscati e si sollevano camion come fuscelli, allora col sacco e conciata come dicevo prima esci di casa, incontri il vicino che ti guarda e allunga la mano al cellulare per chiamare la neuro, ma desiste e bofonchia un buongiorno e scappa via, e tu fuggi giù per le scale con il sacco, e accade che il sacco a metà scale si rompe, e tutto il contenuto si rovescia a terra. Tu mentre si rovescia tutto e si sparge ovunque sabbia dei gatti sporca, che era anche il giorno in cui si buttava la sabbia dei gatti, vedi tutto al rallentatore come le scene tragiche dei film, e intanto intoni una sequela impressionante di parolacce, che a sentirti da sola ti fai impressione e infine non puoi non commentare: ue', che fantasia!

L'isola dei naufraghi

L'isola dei naufraghi sarebbe poi l'isola deserta più frequentata di tutti i tempi, visto che i naufraghi arrivano a gruppi, tipo spedizione dell'alpitour. A questi si aggiungono misteriosi tipi che buttano l'immondizia (saranno anche loro esasperati dalla raccolta differenziata?), addirittura una girl band... manca solo Simona Ventura.
Poi: ma perchè va tanto di moda raccontare le storie senza seguire il filo temporale, saltando di palo in frasca? Cos'è, fa molto figo? E' snobismo autoriale? Serve a creare una forma di confusione che inibisce dall' urlare "che schifo!" di fronte ad un libro brutto? O è comodo per l'autore che scrive un pezzetto oggi, domani un altro, fra un mese l'incipit?
Non capisco.
Inoltre, la Kirino soffre di uno strano virus: ogni volta (ogni volta!) che un suo personaggio ride, non può trattenersi dal precisare: mostrando i suoi denti ingialliti. Che schifo.
"L'isola dei naufraghi" Natsuo Kirino, Giano, 17 € */5

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Vorrebbe essere un Wodehouse svedese e l'obiettivo è raggiunto solo in parte per colpa dei salti temporali che allungano la trama in modo esagerato e distolgono l'attenzione dall' avventura principale - talmente folle che certamente non necessita di ulteriori caratterizzazioni. Rimane un romanzo spensierato e divertente, adattissimo per la spiaggia!
"Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" Jonas Jonasson, Bompiani, 17,90 € ***/5

Un evento

Che poi, io, non l'ho mica capito perchè è un evento che Fiorello sia in tv, dove ci si aspetta di vederlo, dal droghiere?
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