2 dicembre 2011

Non lasciarmi

Questo romanzo nasce e si sviluppa intorno ad un punto centrale: l'idea che l'ingegneria genetica ci permetta di costruire cloni da cui espiantare organi da usare per curare le malattie. L'argomento non è né originale né inesplorato, ma porta con sé una serie di argomenti etici e morali di sicuro interesse.
Ishiguro costruisce la trama con movimenti concentrici attraverso la tecnica del flashback, che non gli è affatto nuova ed era stata efficacissima in “Quel che resta del giorno”.
Saltellando continuamente dal presente, in cui Kathy è una “assistente”, al passato della sua infanzia da “studente”, Ishiguro immedesima il lettore nell'atmosfera scolastica e lo istruisce con la stessa tecnica adoperata per gli “studenti”: il detto-non-detto. In questo modo, i dubbi del lettore, che attraverso il crescendo di episodi, frasi, particolari, si fa un' idea piuttosto precisa del perchè questi studenti siano speciali, si sovrappone a quello degli studenti stessi, ed entrambi – lettore e studenti - mantengono il dubbio, e soprattutto la speranza, di aver frainteso.
Quello che non mi ha convinta del tutto è che questa struttura in stile memoir è dispersiva e, inoltre, obbliga Ishiguro ad una certa fissità di osservazione che risulta piuttosto limitata nell'approfondire il tema etico e morale, lasciando il lettore, infine, con moltissime domande.
"Non lasciarmi" Kazuo Ishiguro, Einaudi, 12 € ***/5

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