3 dicembre 2011

La vita è meravigliosa

 Ho visto, ieri, un bel film, uno di quei film che sono i mostri sacri del cinema, uno di quei film che forse sei l'unica a non aver mai visto, ho visto "La vita è meravigliosa" di Frank Capra. In inglese il titolo mi piace ancora di più, perchè è "It's a wonderful life", che sarebbe più "E' una vita meravigliosa", una cosa più specifica, insomma, una cosa che dà più l'idea di un ragionamento piuttosto di "La vita è meravigliosa", che pare un commento più en-passant.
Comunque, ho deciso di guardarlo in quest'animo: avevo appena visto una puntata di How I met your mother in cui i protagonisti vanno al cinema sotto Natale a vedere "It's a wonderful life" e uno si porta dietro una casetta di pan di zenzero da mangiare durante il film, e in svariati film americani quando si parla di Natale la festa è associata imprescindibilmente con la visione di "It's a wonderful life" e così, che diamine, vediamolo.
E' la storia di un brav'uomo, un po' buffo, magro e alto alto e con la faccia che secondo me stava benissimo in quanto a espressione a Bertie Wooster, non so se conoscete i libri di Jeeves e Wooster di Wodehouse, ma all'inizio del film pensavo: è un gran peccato che nessuno abbia mai detto a James Stewart di interpretare, con quella faccia, Bertie Wooster. Un gran peccato. 

2 dicembre 2011

Tempi difficili

Tempi difficili è comunemente travestito come un romanzo sulla rivoluzione industriale. E' vero, ma è assai limitante. E' ambientato in una cittadina industriale, grigia e plumbea, tutta improntata alla razionalità e allo stesso meccanicismo che ben si addice alle macchine in fabbrica e poco si addice agli esseri umani. E' in questo sfondo che Dickens posiziona tutta una galleria umana di meravigliosa ricchezza: personaggi tridimensionali e così ironici come solo lui è in grado di creare. Veniamo a conoscenza, così, della famiglia Gradgrind, “eminentemente pratica” e ligia alla razionalità dei Fatti.

Non lasciarmi

Questo romanzo nasce e si sviluppa intorno ad un punto centrale: l'idea che l'ingegneria genetica ci permetta di costruire cloni da cui espiantare organi da usare per curare le malattie. L'argomento non è né originale né inesplorato, ma porta con sé una serie di argomenti etici e morali di sicuro interesse.
Ishiguro costruisce la trama con movimenti concentrici attraverso la tecnica del flashback, che non gli è affatto nuova ed era stata efficacissima in “Quel che resta del giorno”.

Portatevi un pupillometro


Altre chicche del Corriere della Sera online
In un interessantissimo articolo sul Corriere della Sera online, addirittura in prima pagina, il genere d'articoli che ti spingono a comprare ogni giorno il giornale e che immagino giustifichino da soli l'esistenza della stampa nazionale, si informa la popolazione lettrice tutta di una cosa di cui già era a conoscenza chiunque abbia mai preso in mano un manuale comportamentalista, ovvero che "Gli occhi grandi fanno sbocciare l'amore". Nell'articolo si prosegue chiarendo che "gli occhi si dilatano" quando una persona prova interesse per un'altra persona: tranquillizziamo i lettori che non sono gli occhi interi a dilatarsi, ma solo le pupille: c'è una certa differenza. Perchè, immaginatevi che uscite la prima volta con uno, e gli occhi interi del tizio si dilatano occupando mezza faccia. Non so, mi pare inquietante. Persino Google se si scrive occhio dilatato aggiunge, con la solita incomparabile educazione: Cazzo dici? Forse cercavi pupilla dilatata.
L'articolo prosegue lasciando intendere che per qualche istinto di sopravvivenza finora non razionalizzato che ci ha salvato dall'estinzione, le cene si consumano a luce soffusa e a lume di candela per far dilatare le pupille. Che quindi l'unica ragione se gli appuntamenti non si svolgono in comissariato nella stanza degli interrogatori con la luce puntata in faccia, o dal dentista stesi sulla poltrona, è solo ed esclusivamente perchè, neurofisiologicamente parlando, se la pupilla (e non l'occhio) si dilata pensi: che figo! se no, niente. 

1 dicembre 2011

No caffè

Prefazione: se non leggete il post precedente, Il gioco dell'immondizia, questo post vi apparirà in gran parte incomprensibile, e vi sembrerà frutto di una mente psicopatica quando, invece, un perchè, c'è.

Ci son giornate che iniziano che hai finito il caffè, e contrariarsi i primi 5 minuti che sei in piedi e pericolosissimo-issimo. Infatti immediatamente dopo ti succede che senti in lontananza il camioncino dell'immondizia, allora con insospettabile slancio vista l'ora mattiniera, così in pigiama (inguardabile, fra l'altro, il pigiama) e le oscene crocs a fiori, agguanti il sacco della pattumiera che pesa 3 tonnellate, ma nelle situazioni d'emergenza si sa che i sensi sono offuscati e si sollevano camion come fuscelli, allora col sacco e conciata come dicevo prima esci di casa, incontri il vicino che ti guarda e allunga la mano al cellulare per chiamare la neuro, ma desiste e bofonchia un buongiorno e scappa via, e tu fuggi giù per le scale con il sacco, e accade che il sacco a metà scale si rompe, e tutto il contenuto si rovescia a terra. Tu mentre si rovescia tutto e si sparge ovunque sabbia dei gatti sporca, che era anche il giorno in cui si buttava la sabbia dei gatti, vedi tutto al rallentatore come le scene tragiche dei film, e intanto intoni una sequela impressionante di parolacce, che a sentirti da sola ti fai impressione e infine non puoi non commentare: ue', che fantasia!

L'isola dei naufraghi

L'isola dei naufraghi sarebbe poi l'isola deserta più frequentata di tutti i tempi, visto che i naufraghi arrivano a gruppi, tipo spedizione dell'alpitour. A questi si aggiungono misteriosi tipi che buttano l'immondizia (saranno anche loro esasperati dalla raccolta differenziata?), addirittura una girl band... manca solo Simona Ventura.
Poi: ma perchè va tanto di moda raccontare le storie senza seguire il filo temporale, saltando di palo in frasca? Cos'è, fa molto figo? E' snobismo autoriale? Serve a creare una forma di confusione che inibisce dall' urlare "che schifo!" di fronte ad un libro brutto? O è comodo per l'autore che scrive un pezzetto oggi, domani un altro, fra un mese l'incipit?
Non capisco.
Inoltre, la Kirino soffre di uno strano virus: ogni volta (ogni volta!) che un suo personaggio ride, non può trattenersi dal precisare: mostrando i suoi denti ingialliti. Che schifo.
"L'isola dei naufraghi" Natsuo Kirino, Giano, 17 € */5

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Vorrebbe essere un Wodehouse svedese e l'obiettivo è raggiunto solo in parte per colpa dei salti temporali che allungano la trama in modo esagerato e distolgono l'attenzione dall' avventura principale - talmente folle che certamente non necessita di ulteriori caratterizzazioni. Rimane un romanzo spensierato e divertente, adattissimo per la spiaggia!
"Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" Jonas Jonasson, Bompiani, 17,90 € ***/5

Un evento

Che poi, io, non l'ho mica capito perchè è un evento che Fiorello sia in tv, dove ci si aspetta di vederlo, dal droghiere?

30 novembre 2011

Follia

Ovvero un romanzo in cui quelli che non sono pazzi sono inesorabilmente cretini
La storia di una pazza latente moglie di uno psichiatra che si innamora di un pazzo conclamato rinchiuso in manicomio criminale per aver ucciso, decapitato e cavato gli occhi alla moglie: la pazza latente va a letto col pazzo, inizia ad avere in odio il marito che invece non ha mai cavato gli occhi a nessuno e anche il figlio perchè, secondo logica incontrovertibile, è anche figlio del marito; il tutto avviene sotto gli occhi di un altro psichiatra collega del marito che capisce tutto ma inesplicabilmente allo stesso tempo non capisce nulla e quindi assiste e basta (poi si scoprirà che anche lo psichiatra sotto sotto è pazzo pure lui, ma va a capire se è pazzo o solo idiota). Il pazzo cavatore di occhi fugge dal manicomio criminale, la pazza latente che ha sempre più in odio il marito decide di togliere il latente e dichiararsi pazza-pazza e fugge anche lei appresso al pazzo omicida. Dopo settimane di folle convivenza le sovviene che in effetti il suo amore ha ucciso, decapitato e cavato gli occhi alla moglie e che pertanto forse non è tanto adorabile come sembra e la insospettisce un po' - ma giusto un filo - quando lui affila un coltello fissandola negli occhi come - ma va?- un pazzo.

29 novembre 2011

1912+1

 Ma la bellezza... Di una donna, la bellezza, diceva Stendhal, è una promessa di felicità: che a noi sia riservata o ad altri. Ma bisogna pur dire che sensatissima è questa specie di annotazione in margine di Toulet, molti anni dopo: "nessuno ha mai detto che la promessa sia stata mantenuta".
Breve cronaca di un processo che vede come imputata una donna di alta società accusata di aver ucciso il suo amante. E' un romanzo un po' troppo asciutto, tanto che alla fine ho pensato che, forse, le documentazioni dei tribunali hanno più personalità. Si potevano fare tante osservazioni sull'atteggiamento della stampa, o sulla morbosità dei curiosi, o sulla parzialità dei testimoni, ma, se ci sono, sono così leggere da passare quasi inosservate. In definitiva questa breve cronaca mi ha lasciato solo questo: l'approccio ai delitti non è poi molto cambiato dall'inizio del '900 ad oggi, solo che oggi c'è la tv come ulteriore cassa di risonanza e Bruno Vespa coi suoi plastici.
"1912+1" Leonardo Sciascia, Adelphi, 14 € **/5

Medicus

Esercizio:
- Prendete in mano il libro
- Non giratelo, non leggete nulla della trama, guardate soltanto la copertina.
- Costruite una trama immaginaria.
- Avete praticamente letto il libro.
Eh sì, perchè un libro che si chiama Medicus si capisce già dove va a parare. Aggiungiamo che è ambientato nel medioevo e il libro è bello e fatto. Certo, forse un bravo autore riusciva a farne qualcosa di originale, ma in questo caso è tutto prevedibilissimo, ma così prevedibile che ogni tanto anche l'autore sembra si annoi da solo, a dover scrivere cose così ovvie, ma tant'è, se proprio volete sfuggire a qualsiasi emozione, prego, fate pure.
"Medicus" Noah Gordon, BUR, 10,90 € **/5

Un uomo solo - Libro e film

Immaginate due persone che, in questo spazio ridotto, vivano assieme giorno per giorno, cucinino gomito a gomito sugli stessi fornelletti, si comprimano sui gradini angusti. Si radano di fronte allo stesso minuscolo specchio da bagno, continuino a toccarsi, a urtarsi, a cozzare l'uno contro il corpo dell'altro, per sbaglio o apposta, sensualmente, aggressivamente, maldestramente, impazientemente, in collera o in amore - immaginate che profonde ma invisibili tracce devono lasciarsi dietro ovunque!

28 novembre 2011

La bestia nella giungla

La bestia nella giungla è un breve racconto in cui un cretino è convintissimo che gli accadrà qualcosa che gli cambierà la vita (si presuppone: qualcosa di orribile) e quindi passa tutta la vita ad aspettarsi questo colpo, senza combinare un cavolo, e anzi ammorbando la sua migliore amica con questa profetica sventura non ancora accaduta. L'amica è una specie di santa perchè non manda mai a quel paese il protagonista, ed è anche molto intelligente: si ammala e capisce che l'evento che cambierà la vita all'amico è la sua morte (di lei), e che hanno sprecato tutti questi anni perchè sono da tempo innamorati l'uno dall'altra ma troppo presi da cose inesistenti per capirlo e, magari, dirselo.

Bel-Ami

Che cosa strana e spaventosa è l'annullamento di un'esistenza! (...) Sarebbero nati milioni, miliardi di persone, quasi simili, con due occhi, un naso, una bocca, un cranio, un pensiero in quel cranio, ma mai sarebbe riapparso colui che ora giaceva in quel letto. (...) Ognuno è una specie di universo nell'universo, eppure finiamo per annullarci presto, e completamente, in un putridume, che nutrirà nuovi germi. Le piante, gli animali, gli uomini, le stelle, i mondi, tutto si anima, poi muore per trasformarsi. 

27 novembre 2011

Canadesi bassi

Alle 22,30 ho acceso la tv, e c'era la fine di un film. C'era Babbo Natale – sì, Babbo Natale: barbone bianco, completo rosso, cappello, bordure pellicciate ovunque - che s'era sposato con una sui vent'anni, bionda, e aspettavano un bambino. Venivano a trovarli i suoceri – genitori di lei – che non sapevano che la figlia si era sposata con nientemeno che Babbo Natale, ma gli era stato detto che era un imprenditore nel ramo giocattoli, e parevano non aver niente in contrario alla mise del genero, come se una si sposasse col capo degli ovetti Kinder, e fosse normalissimo vederlo in giro vestito da coniglio pasquale. L'unica cosa che li preoccupava alquanto, pareva fosse che nella sua fabbrica di giocattoli lavorassero tipi strani che loro pensavano essere canadesi bassi – si sa che gli americani ce l'hanno un po' coi canadesi - e questa gli pareva l'unica cosa inaccettabile in quel matrimonio.

26 novembre 2011

La morte di Ivan Il'ic

Capì che la vita coniugale - almeno con una come sua moglie - non favorisce sempre la piacevolezza e la decenza della vita, ma al contrario spesso la turba, e che urgeva pertanto porsi al riparo da tale turbamento. E Ivan Il'ic cominciò a cercare i mezzi adatti. Il suo ufficio era l'unica cosa che imponesse rispetto a Praskov'ja Fedorovna, e Ivan Il'ic col mezzo dell'ufficio e degli obblighi che ne derivavano prese a resistere alla moglie, ricavandosi un suo mondo indipendente. 

25 novembre 2011

Le 5 leggi delle Poste

    Dopo mezz'ora di inspiegabile attesa a ufficio postale vuoto: 
    - Buongiorno, vorrei spedire un pacchetto.
    - Mmmmgrrrrb...... (borbottio incomprensibile dell'impiegato già insofferente) 
    - Visto che è un libro, lo vorrei spedire con la tariffa agevolata per i libri... 
    (espressione dell'impiegato improvvisamente battagliera) 
    - Ah, no, signora, non è che lei viene qua a dirmi : dentro il pacco c'è questo... innanzitutto, verifichiamo! Apre il pacchetto: 
    - Mmmmm, sì, sembrerebbe un libro... (si rigira il libro tra le mani, prende il metro e lo misura) Giorgio! (chiama un impiegato che passeggiava lì intorno svogliatamente, ignorando la folla in attesa) Ti sembra un libro, questo? (i due si piegano sul libro esaminandolo con attenzione): 
    - Sì, direi di sì... le pagine sono tutte stampate...

24 novembre 2011

Lettera al padre

Certo, era una bimba così maldestra, stanca, paurosa, infastidita, afflitta dai sensi di colpa, esageratamente umile, cattiva, pigra, golosa, avara, che non la potevo vedere, tanto mi ricordava me stesso.
...si è secondo me raggiunto un qualcosa di così vicino alla verità che un pochettino può tranquillizzarci entrambi e renderci più facile il vivere e il morire.

Il mio individualismo


"Qual è la data di nascita e quale la data di morte di Wordsworth"; "quanti sono i libri di Shakespeare", o ancora "prova a elencare le opere di Scott in ordine cronologico". Anche voi che siete giovani potete più o meno immaginare se questo sia veramente ciò che chiamiamo letteratura inglese oppure no. E lasciando un attimo da parte la letteratura inglese, in questa maniera è impossibile capire che cosa sia davvero la letteratura in generale. [pg. 22]
Io, con i miei limiti, ho trovato la consapevolezza necessaria per proseguire per la mia strada. E' possibile che ai vostri occhi la mia scelta sembri futile, ma questa sarà la vostra opinione e il vostro giudizio non comporterà la minima perdita per me. Io intendo farmi bastare quello che ho scelto. [pg. 32]

23 novembre 2011

Famiglia

"Anche i gatti muoiono" sillabava una voce nella sua testa insensatamente. Trovava strano che da quelle vaschette e scodelle si alzasse tanto dolore, perchè nella sua infanzia le era stato insegnato che gli animali non contavano nulla, il loro senso nella nostra vita è nullo, non si soffre sugli animali. Questo le era stato insegnato. Ma la fisionomia segreta di quel magro gatto si disegnava dolorosamente dentro di lei. Egli aveva larghe orecchie marroni e un viso marrone aguzzo e triangolare, sveglio, vivo e serio, uno fra i visi più vivi e più seri che lei avesse mai visto. In quella serietà stava però nascosta tutta l'allegria del mondo. Averlo perduto era una perdita lieve, un dolore di specie povera, ma essa scopriva improvvisamente che anche i dolori di specie povera sono acuti e crudeli, e vanno a prendere posto senza indugio nella zona immensa e indiscriminata dell'infelicità. [Borghesia, pg. 78]
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