24 dicembre 2011

Ti saluto filosofia

E' una raccolta di racconti come di solito capita alcuni più belli, altri meno. Il problema, con i racconti, è solo mio, perchè i primi mi piacciono e me li gusto, poi inizio ad annoiarmi, e quindi gli ultimi mi piacciono sempre meno. E' la questione di leggere tante ambientazioni così brevi e disarticolate che mi disturba, penso. Mi piacciono i romanzoni.

Povera piccina


Patrick Dennis è diventato famoso con "Zia Mame", uscito in America nel 1955, che vendette 2 milioni di copie e rimase nelle classifiche dei best seller per un sacco di tempo. Adelphi l'ha rispolverato per (ri)farne un'edizione italiana nel 2009, che ebbe nuovamente (ma per la prima volta in Italia), dopo 50 anni dalla prima uscita, un buon successo. Piuttosto inspiegabile, io dico, perchè è un libro datato. Oggi la bizzarria di Zia Mame non è più così straordinaria, ma va be'...

23 dicembre 2011

Convenzioni cromatiche

Leggo oggi sul Corriere della Sera che una blogger inglese ha criticato un importante negozio di giocattoli per la netta divisione dei giocattoli "da maschio" e i giocattoli "da femmina", creando nello spazio espositivo un intero piano azzurro, tutto per i maschi, e un intero piano rosa, tutto per le femmine.
Non posso certo generalizzare non conoscendo la clientela inglese, ma ho una certa esperienza con quella italiana, e quindi comprendo la scelta tipo apartheid del negozio di giocattoli, pur essendo personalmente totalmente in disaccordo con queste esasperate differenziazioni di genere. Nel negozio dove lavoro, non faccio che combattere con la clientela offrendo rassicurazioni 8 ore al giorno che una ghettina, completamente bianca, è anche da femmina. Perchè iddio non voglia che una bambina possa portare una maglietta blu (SIGNORINA.... E' DA MASCHIO!) anche se ha le pailettes sopra, o un neonato (maschio) un calzino azzurro con un fiocchetto azzurro, perchè non si sa quali turbe può provocare un fiocchetto (seppur azzurro) su un neonato, chissà come potrebbe crescere, con questa insana abitudine ai fiocchetti.

David Copperfield


Mio caro giovane amico,
Il dado è tratto... tutto è finito. Nascondendo i segni degli affanni sotto la finta maschera della letizia, non vi ho informato, questa sera, che non vi è più speranza della rimessa! Per queste circostanze, umilianti a tollerare, umilianti a contemplarsi, umilianti a riferirsi, ho scaricato le obbligazioni pecuniarie contratte in questo luogo offrendo una cambiale, pagabile quattordici giorni dalla data, alla mia residenza, Pentonville, Londra. Quando dovrà essere riscossa, non vi sarà nulla. Il risultato è distruzione. Il fulmine incombe, l'albero dovrà cadere. 

22 dicembre 2011

Sentirsi di un'altra generazione

Qualche giorno fa ho incontrato una mia conoscente ed ex compagna di scuola e fra le chiacchiere generiche e senza impegno che si scambiano in queste occasioni, lei mi ha chiesto: "Parti?".
All'inizio non ho neanche capito. L'ho guardata in modo vacuo, tipo pesce, e le ho ripetuto sillabando: "Parto?", quindi lei come si parla ad un bambino di 9 mesi ha precisato: "Sì... vai da qualche parte per le feste?" allora il senso della domanda si è illuminato nel mio cervello e devo aver fatto senza volere una faccia terrorizzata, reazione involontaria al tumulto interiore che quella domanda mi aveva provocato, perchè mai, mai, mai una volta m'è venuto in mente che nei prossimi giorni di feste potesse prospettarsi la possibilità o il desiderio di una partenza, e la semplice domanda ipotizzante questa idea mi ha gettato sulle spalle tutte le incombenze che una simile eventualità può necessitare, sommate idealmente alle incombenze che già ti schiacciano nel periodo natalizio:

21 dicembre 2011

Effetti speciali

Guardo fuori dalla finestra. Ha iniziato a nevicare; la prima nevicata dell'anno. Freddo fa freddo, ma c'è un bel cielo terso, limpido, azzurro, eppure nevica. Che meraviglia! La gente passa per la strada senza farci troppo caso. Nevica a ciel sereno. E' neve secca, cade e rimane a terra. Rimango ipnotizzata a guardare questo inaspettato spettacolo: che incanto della natura! Che gioia!
Smette improvvisamente. Un po' troppo improvvisamente. Guardo i fiocchi per terra. Guardo in alto. Riguardo i fiocchi per terra. Riguardo in alto.
Era il tizio che abita al piano di sopra che buttava dalla finestra palline di polistirolo.

20 dicembre 2011

Il Commerciante

Se il mondo va a rotoli è colpa dei Commercianti. La crisi, lo spread, il surriscaldamento globale, le polveri sottili, l'inflazione, l'evasione fiscale, i treni in ritardo, la mancanza di parcheggi, la fame nel mondo, la pattumiera a Napoli, la SARS, tutto colpa dei Commercianti. Ma tracciamo un profilo di questa temibile categoria.
Il Commerciante non ha famiglia, non ha casa e non ha amici. Non è mai stato bambino: si è materializzato così nel suo negozio. Il suo non è un lavoro: è l'intera vita. Lui vive per odiarvi e vendervi le mutande. Il suo unico scopo è trattar male i clienti, truffarli, riempirli di oggetti indesiderati e derubare lo stato.

Igiene dell'assassino

La Nothomb è sempre alla ricerca di quell'arguzia anticonvenzionale che possa affermare ancora e ancora il suo senso di superiorità. Aspetto che le riesce, generalmente. Mi piace che una donna, sin da piccola (La metafisica dei tubi, Sabotaggio d'amore) abbia la spudoratezza di affermarsi "speciale"; l'eccezionalità della Nothomb è decisamente e caparbiamente (e, il più delle volte, felicemente) autoaffermata.
Questo libro doveva essere la quintessenza di tutte queste doti: un lungo dialogo fra un autore Nobel per la letteratura e vari giornalisti DEVE, per forza, essere incentrato su argomenti brillanti e anticonvenzionali, se no ne rimane ben poco. Purtroppo, non è così.

19 dicembre 2011

Giornate di lettura

Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiam vissuti tanto pienamente come quelli che abbiam creduto di aver trascorsi senza vivere, in compagnia d’un libro prediletto. Tutto quel che (a quanto ci sembrava) li riempiva per gli altri, e che noi scartavamo come ostacoli volgari a un piacere divino, – il gioco per il quale un amico veniva a cercarci nel punto più interessante; l’ape o il raggio di sole che ci davan fastidio, costringendoci ad alzar gli occhi dalla pagina o a cambiar di posto; le provviste che ci erano state date per l’ora di merenda e che lasciavamo accanto a noi sul sedile, senza toccarle, mentre, sopra il nostro capo, il sole diminuiva di forza nel cielo azzurro; il pranzo che ci aveva obbligati a rientrare e durante il quale pensavamo solo a salire, subito dopo, in camera, a terminare il capitolo interrotto, – tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto farci sentire soltanto l’importunità, ne imprimeva invece in noi un ricordo talmente dolce (e, pel nostro giudizio attuale, più prezioso di quel che leggevamo allora con amore) che, ancor oggi, se ci càpita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardiamo come se fossero i soli calendari da noi conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni che più non esistono.
"Giornate di lettura" Marcel Proust

Ethan Frome

Ottimamente scritto, con una potenza visiva fuori dall'ordinario: la parte in cui Mattie e Ethan passano la serata da soli è memorabile, la presenza spirituale di Zeena si respira in ogni parola, un brano veramente eccezionale.
Il finale è tremendo.
"Ethan Frome" Edith Wharton, BUR, 6,70 € ****/5

18 dicembre 2011

Vita da commessa - La realtà è invisibile agli occhi

Cliente: Volevo quelle scarpine con Babbo Natale in vetrina.
Io: Quelle con Babbo Natale?
- Sì! Quelle in vetrina. E' un po' di giorni che le vedo in vetrina, ogni volta dico ma che carine!
Mentre vado a controllare in vetrina, perchè non ho proprio idea di quali siano le scarpine di Babbo Natale, la cliente continua a ruota libera, rivolta al marito: - Sai, ogni mattina passo e penso: sono troppo carine! Ma come sono carine le cose da bambini! Ma come gli è venuto in mente di fare le scarpine di Babbo Natale! Tutte rosse, da Babbo Natale! Viene voglia di fare un bimbo!
Io torno dalla perlustrazione in vetrina con un paio di scarpine su cui non c'è Babbo Natale, ma una renna.
- Signora, sulle scarpine non c'è Babbo Natale.
- No! Le avete finite?
- No, veramente queste sono le uniche scarpine natalizie che ho.
- Ma sì, c'erano di Babbo Natale! Le ho viste tutti questi giorni!
- No, signora, erano queste.
- Ma no, c'era Babbo Natale!
La conversazione sembra giunta ad un punto morto.
- Ma è sicura che non ci sono con Babbo Natale?
- No... non ci sono mai state.
- Oh... no, con la renna non mi piacciono.
Escono.

Alexandre Dumas

Questo è il tipo
Quando leggo Alexandre Dumas (e ho letto poco, lo premetto: solo "Il conte di Montecristo" e adesso sto leggendo "I tre moschettieri) mi vien tanto da ridere, perchè i suoi romanzi fiume sono tripartiti: per un terzo sono fatti di trama rocambolesca, per un altro terzo di personalità dei vari personaggi, e per un terzo sono fatti di Dumas stesso. Perchè questo autore più di altri è un imprenditore di sè stesso, anche piuttosto sfacciato. Si sa che veniva pagato a riga, ma anche chi non ne è al corrente leggendo i suoi romanzi lo sospetta, perchè sono per metà dialoghi (quindi righe più corte e frequenti a-capo), e per di più dialoghi che assomigliano a questo:
- Signor d'Artagnan?
- Sono io.
- Lei è proprio il signor d'Artagnan?
- Sì, in carne ed ossa.

17 dicembre 2011

La classe fa la ola mentre spiego

Dopo attente osservazioni sono giunto alla conclusione che la classe è composta da scemi.

Gli alunni G.,S. e E. in ultima fila votano gli interventi dei compagni con delle palettine numerate artigianali. 

N. neanche oggi ha i libri relativi alle materie della giornata. Alla mia richiesta di mostrarmi cosa abbia portato allora a scuola, con aria seccata svuota lo zaino sul pavimento. Annoto la presenza di una radio, una piccola palla, dei giornalini di dubbio gusto, numerosi dolci e mezza banana. Non vi è traccia alcuna di materiale scolastico. 

Ghiaccio-nove

Cristo, a Chicago ormai non le facciamo più le biciclette. Ci occupiamo solo di relazioni umane adesso. Le teste d'uovo stanno lì a scervellarsi per trovare nuovi modi di rendere felici tutti quanti. Non si può licenziare nessuno, non c'è verso, e se qualcuno per caso fa una bicicletta, il sindacato ci accusa di pratiche crudeli e disumane e il governo confisca la bicicletta per gli arretrati sulle tasse e la regala a un cieco dell'Afghanistan. [cit. non ricordo la pagina]
"Ghiaccio-nove" Kurt Vonnegut, Feltrinelli, 8 €

16 dicembre 2011

Della vita

Il fondamento di tutto ciò che io so di me e di tutto il mondo, è quel particolare rapporto in cui io mi trovo con il mondo, e in conseguenza del quale io vedo altri esseri che si trovano ciascuno in un suo particolare rapporto con il mondo. E il mio particolare rapporto con il mondo non si è stabilito in questa vita, e non è incominciato con il mio corpo né con la serie delle coscienze che in me si succedono nel tempo.
E perciò il mio corpo, che la mia coscienza temporale unisce in un unico intero, può venir distrutto, e può venir distrutta anche questa mia coscienza temporale, ma non può venir distrutto quel mio particolare rapporto con il mondo, che costituisce il mio particolare io, a partire dal quale s'è creato per me tutto ciò che c'è. Esso non può venir distrutto, perchè esso solo è. Se esso non ci fosse, io non conoscerei la successione delle mie coscienze, non conoscerei il mio corpo, non conoscerei la mia né alcun'altra vita. E perciò la distruzione del corpo e della coscienza non può essere addotta come una dimostrazione del fatto che debba venir distrutto il mio particolare rapporto con il mondo, che non è cominciato in questa vita e non ha avuto in essa la sua origine. [pg. 187]
"Della vita" Lev Tolstoj

Il treno per Helsinki

Questo romanzo mi è piaciuto, ma non riesco a capire se mi è piaciuto molto, eppure nel dubbio sono sicura che è un romanzo che mi rimarrà impresso nella memoria.
Innanzitutto mi ha stupito lo stile: della Maraini ho letto "La lunga vita di Marianna Ucria", che è un romanzo con una scrittura molto delicata, una voce silenziosa, perfetto quindi in relazione alla protagonista, che è sordomuta. Invece, questo "Il treno per Helsinki" è un romanzo molto rumoroso, piuttosto sboccato, e nervoso.

Chi è morto alzi la mano

Bella sorpresa, la Vargas! Un giallo-non-giallo, nel senso che non indugia su tutti quei dettagli macabri che mi disturbano sempre. Lo stile è elegante, leggero, raffinato. I personaggi sono adorabili, quelli maschili molto meglio sviluppati di quelli femminili. Efficace e simpatica la caratterizzazione del trio con i rispettivi periodi storici e i tratti caratteriali correlati. Qualcosina di Pennac nello stile.
"Chi è morto alzi la mano" Fred Vargas, Einaudi, 12,50 € ****/5

15 dicembre 2011

L'immortalità

La somma dell'utilità di tutta la gente di tutti i tempi dà come risultato esattamente il mondo così com'è. Da ciò deriva: non c'è niente di più morale che essere inutili.
La realtà è più forte dell'ideologia. E proprio in questo l'imagologia l'ha superata: l'imagologia è più forte della realtà, che del resto da molto tempo ha smesso di essere per l'uomo quello che era per mia nonna, la quale viveva in un paese della Moravia e conosceva ancora tutto per esperienza personale: come si cuoce il pane, come si costruisce una casa, come si uccide il maiale, come si fa ad affumicare la carne, come si imbottiscono i piumini, che cosa pensavano del mondo il parroco e il maestro; ogni giorno incontrava tutto il villaggio e sapeva quanti omicidi erano stati commessi nei dintorni da dieci anni a quella parte; aveva, per così dire, un controllo personale sulla realtà, cosicchè nessuno poteva darle a bere che l'agricoltura in Moravia era fiorente se in casa non c'era da mangiare.

La luna e i falò

 Letto dopo aver fatto la conoscenza dell'uomo Pavese attraverso le magnifiche descrizioni della Ginzburg, e probabilmente troppo influenzata dalla melanconia e l'insoddisfazione che se ne evincono, "La luna e i falò" non mi ha convinta. Lo stile è farraginoso, poco scorrevole e sa di ricercato, cadendo purtroppo nell'artificioso. La storia emerge a tratti nella sua poesia, ma viene schiacciata e soffocata da questo stile prepotente.
"La luna e i falò" Cesare Pavese, Einaudi, 10,50 € **/5

14 dicembre 2011

Strategia dentistica

Andare dal dentista è come il Risiko: si instaura nel momento in cui ti stendi sulla poltrona una specie di valutazione reciproca: tu, paziente, del professionista che hai davanti, che non è piacevole farsi trapanare i denti da una persona incompetente; lui, professionista, del paziente e relative capacità economiche, perchè uff, il minimo sindacale dal dentista s'è perso di vista da un bel po', sai quante spese ho? sai quanto costano i materiali? quanto mi chiede lo stato? e pare che se non fai ponti su ponti, impianti cerebrali, ricostruzione di denti scultorea, perni in diamante, riproduzione della Cappella Sistina sugli incisivi, non si sa, di che morte orrenda puoi morire. Se si ha la sfortuna di sembrare ricchi, la proposta di implantologia e apparecchi ortodontici raggiunge il parossismo, con ipotesi e possibilità fantasiose mai sentite da comuni mortali, tutte costosissime.
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