19 dicembre 2011

Giornate di lettura

Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiam vissuti tanto pienamente come quelli che abbiam creduto di aver trascorsi senza vivere, in compagnia d’un libro prediletto. Tutto quel che (a quanto ci sembrava) li riempiva per gli altri, e che noi scartavamo come ostacoli volgari a un piacere divino, – il gioco per il quale un amico veniva a cercarci nel punto più interessante; l’ape o il raggio di sole che ci davan fastidio, costringendoci ad alzar gli occhi dalla pagina o a cambiar di posto; le provviste che ci erano state date per l’ora di merenda e che lasciavamo accanto a noi sul sedile, senza toccarle, mentre, sopra il nostro capo, il sole diminuiva di forza nel cielo azzurro; il pranzo che ci aveva obbligati a rientrare e durante il quale pensavamo solo a salire, subito dopo, in camera, a terminare il capitolo interrotto, – tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto farci sentire soltanto l’importunità, ne imprimeva invece in noi un ricordo talmente dolce (e, pel nostro giudizio attuale, più prezioso di quel che leggevamo allora con amore) che, ancor oggi, se ci càpita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardiamo come se fossero i soli calendari da noi conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni che più non esistono.
"Giornate di lettura" Marcel Proust

Ethan Frome

Ottimamente scritto, con una potenza visiva fuori dall'ordinario: la parte in cui Mattie e Ethan passano la serata da soli è memorabile, la presenza spirituale di Zeena si respira in ogni parola, un brano veramente eccezionale.
Il finale è tremendo.
"Ethan Frome" Edith Wharton, BUR, 6,70 € ****/5

18 dicembre 2011

Vita da commessa - La realtà è invisibile agli occhi

Cliente: Volevo quelle scarpine con Babbo Natale in vetrina.
Io: Quelle con Babbo Natale?
- Sì! Quelle in vetrina. E' un po' di giorni che le vedo in vetrina, ogni volta dico ma che carine!
Mentre vado a controllare in vetrina, perchè non ho proprio idea di quali siano le scarpine di Babbo Natale, la cliente continua a ruota libera, rivolta al marito: - Sai, ogni mattina passo e penso: sono troppo carine! Ma come sono carine le cose da bambini! Ma come gli è venuto in mente di fare le scarpine di Babbo Natale! Tutte rosse, da Babbo Natale! Viene voglia di fare un bimbo!
Io torno dalla perlustrazione in vetrina con un paio di scarpine su cui non c'è Babbo Natale, ma una renna.
- Signora, sulle scarpine non c'è Babbo Natale.
- No! Le avete finite?
- No, veramente queste sono le uniche scarpine natalizie che ho.
- Ma sì, c'erano di Babbo Natale! Le ho viste tutti questi giorni!
- No, signora, erano queste.
- Ma no, c'era Babbo Natale!
La conversazione sembra giunta ad un punto morto.
- Ma è sicura che non ci sono con Babbo Natale?
- No... non ci sono mai state.
- Oh... no, con la renna non mi piacciono.
Escono.

Alexandre Dumas

Questo è il tipo
Quando leggo Alexandre Dumas (e ho letto poco, lo premetto: solo "Il conte di Montecristo" e adesso sto leggendo "I tre moschettieri) mi vien tanto da ridere, perchè i suoi romanzi fiume sono tripartiti: per un terzo sono fatti di trama rocambolesca, per un altro terzo di personalità dei vari personaggi, e per un terzo sono fatti di Dumas stesso. Perchè questo autore più di altri è un imprenditore di sè stesso, anche piuttosto sfacciato. Si sa che veniva pagato a riga, ma anche chi non ne è al corrente leggendo i suoi romanzi lo sospetta, perchè sono per metà dialoghi (quindi righe più corte e frequenti a-capo), e per di più dialoghi che assomigliano a questo:
- Signor d'Artagnan?
- Sono io.
- Lei è proprio il signor d'Artagnan?
- Sì, in carne ed ossa.

17 dicembre 2011

La classe fa la ola mentre spiego

Dopo attente osservazioni sono giunto alla conclusione che la classe è composta da scemi.

Gli alunni G.,S. e E. in ultima fila votano gli interventi dei compagni con delle palettine numerate artigianali. 

N. neanche oggi ha i libri relativi alle materie della giornata. Alla mia richiesta di mostrarmi cosa abbia portato allora a scuola, con aria seccata svuota lo zaino sul pavimento. Annoto la presenza di una radio, una piccola palla, dei giornalini di dubbio gusto, numerosi dolci e mezza banana. Non vi è traccia alcuna di materiale scolastico. 

Ghiaccio-nove

Cristo, a Chicago ormai non le facciamo più le biciclette. Ci occupiamo solo di relazioni umane adesso. Le teste d'uovo stanno lì a scervellarsi per trovare nuovi modi di rendere felici tutti quanti. Non si può licenziare nessuno, non c'è verso, e se qualcuno per caso fa una bicicletta, il sindacato ci accusa di pratiche crudeli e disumane e il governo confisca la bicicletta per gli arretrati sulle tasse e la regala a un cieco dell'Afghanistan. [cit. non ricordo la pagina]
"Ghiaccio-nove" Kurt Vonnegut, Feltrinelli, 8 €

16 dicembre 2011

Della vita

Il fondamento di tutto ciò che io so di me e di tutto il mondo, è quel particolare rapporto in cui io mi trovo con il mondo, e in conseguenza del quale io vedo altri esseri che si trovano ciascuno in un suo particolare rapporto con il mondo. E il mio particolare rapporto con il mondo non si è stabilito in questa vita, e non è incominciato con il mio corpo né con la serie delle coscienze che in me si succedono nel tempo.
E perciò il mio corpo, che la mia coscienza temporale unisce in un unico intero, può venir distrutto, e può venir distrutta anche questa mia coscienza temporale, ma non può venir distrutto quel mio particolare rapporto con il mondo, che costituisce il mio particolare io, a partire dal quale s'è creato per me tutto ciò che c'è. Esso non può venir distrutto, perchè esso solo è. Se esso non ci fosse, io non conoscerei la successione delle mie coscienze, non conoscerei il mio corpo, non conoscerei la mia né alcun'altra vita. E perciò la distruzione del corpo e della coscienza non può essere addotta come una dimostrazione del fatto che debba venir distrutto il mio particolare rapporto con il mondo, che non è cominciato in questa vita e non ha avuto in essa la sua origine. [pg. 187]
"Della vita" Lev Tolstoj

Il treno per Helsinki

Questo romanzo mi è piaciuto, ma non riesco a capire se mi è piaciuto molto, eppure nel dubbio sono sicura che è un romanzo che mi rimarrà impresso nella memoria.
Innanzitutto mi ha stupito lo stile: della Maraini ho letto "La lunga vita di Marianna Ucria", che è un romanzo con una scrittura molto delicata, una voce silenziosa, perfetto quindi in relazione alla protagonista, che è sordomuta. Invece, questo "Il treno per Helsinki" è un romanzo molto rumoroso, piuttosto sboccato, e nervoso.

Chi è morto alzi la mano

Bella sorpresa, la Vargas! Un giallo-non-giallo, nel senso che non indugia su tutti quei dettagli macabri che mi disturbano sempre. Lo stile è elegante, leggero, raffinato. I personaggi sono adorabili, quelli maschili molto meglio sviluppati di quelli femminili. Efficace e simpatica la caratterizzazione del trio con i rispettivi periodi storici e i tratti caratteriali correlati. Qualcosina di Pennac nello stile.
"Chi è morto alzi la mano" Fred Vargas, Einaudi, 12,50 € ****/5

15 dicembre 2011

L'immortalità

La somma dell'utilità di tutta la gente di tutti i tempi dà come risultato esattamente il mondo così com'è. Da ciò deriva: non c'è niente di più morale che essere inutili.
La realtà è più forte dell'ideologia. E proprio in questo l'imagologia l'ha superata: l'imagologia è più forte della realtà, che del resto da molto tempo ha smesso di essere per l'uomo quello che era per mia nonna, la quale viveva in un paese della Moravia e conosceva ancora tutto per esperienza personale: come si cuoce il pane, come si costruisce una casa, come si uccide il maiale, come si fa ad affumicare la carne, come si imbottiscono i piumini, che cosa pensavano del mondo il parroco e il maestro; ogni giorno incontrava tutto il villaggio e sapeva quanti omicidi erano stati commessi nei dintorni da dieci anni a quella parte; aveva, per così dire, un controllo personale sulla realtà, cosicchè nessuno poteva darle a bere che l'agricoltura in Moravia era fiorente se in casa non c'era da mangiare.

La luna e i falò

 Letto dopo aver fatto la conoscenza dell'uomo Pavese attraverso le magnifiche descrizioni della Ginzburg, e probabilmente troppo influenzata dalla melanconia e l'insoddisfazione che se ne evincono, "La luna e i falò" non mi ha convinta. Lo stile è farraginoso, poco scorrevole e sa di ricercato, cadendo purtroppo nell'artificioso. La storia emerge a tratti nella sua poesia, ma viene schiacciata e soffocata da questo stile prepotente.
"La luna e i falò" Cesare Pavese, Einaudi, 10,50 € **/5

14 dicembre 2011

Strategia dentistica

Andare dal dentista è come il Risiko: si instaura nel momento in cui ti stendi sulla poltrona una specie di valutazione reciproca: tu, paziente, del professionista che hai davanti, che non è piacevole farsi trapanare i denti da una persona incompetente; lui, professionista, del paziente e relative capacità economiche, perchè uff, il minimo sindacale dal dentista s'è perso di vista da un bel po', sai quante spese ho? sai quanto costano i materiali? quanto mi chiede lo stato? e pare che se non fai ponti su ponti, impianti cerebrali, ricostruzione di denti scultorea, perni in diamante, riproduzione della Cappella Sistina sugli incisivi, non si sa, di che morte orrenda puoi morire. Se si ha la sfortuna di sembrare ricchi, la proposta di implantologia e apparecchi ortodontici raggiunge il parossismo, con ipotesi e possibilità fantasiose mai sentite da comuni mortali, tutte costosissime.

Il capro espiatorio


La du Maurier si cimenta nella classica storia dello scambio di sosia. E' un romanzo un po' ingenuotto: è semplicistica l'idea che John parli così bene il francese da poter esser scambiato per Jean, e viceversa. Anche i dialoghi con frequenti e dettagliati revival del passato sono un po' forzosi.

13 dicembre 2011

Vita da commessa - Tutto il mondo è Benetton

Cliente: Salve, vorrei una maglietta della Benetton.
Io: Ah. Non ho la Benetton...
- Come non ha la Benetton?
- Non ce l'ho. La Benetton la trova alla Benetton.
- Ah...
- Le posso far vedere una maglietta non Benetton?
- (confusa) Sì.... cioè... si mettono, no? 

Giro di vite

Una storia di spettri fortemente simbolica, scritta magnificamente, nella quale ci si trova strettamente avvolti, come se fossimo anche noi nella magione sprofondata nella campagna inglese, nebbiosa come si conviene.
Un'istitutrice si trova a dover gestire due bambini, Flora e Miles. Quest'ultimo, il più grande, viene cacciato dal collegio, e mai si sapranno, con precisione, le motivazioni di una così drastica punizione; motivazioni ancora più misteriose vista l'aria angelica e bellissima dei due bambini, e la loro squisita educazione.

Nuova terminologia specifica

Dal dizionario:
iniquo [agg.]: che agisce senza equità; che denota tale vizio.
Oggi:
iniquo: utilizzabile esclusivamente ed immancabilmente in relazione a "manovra economica -" o, più semplicemente "manovra -", nebuloso aggettivo dispregiativo da pronunciarsi con aria di altero disprezzo, malcelato senso di superiorità e sottile derisione.

12 dicembre 2011

La posta in Italia (già ai tempi di Dickens)

Ci sarebbe un postino per la zona, a dire la verità, ma si ubriaca e perde le lettere, dopodichè viene ad avvisarcene e ce ne chiede perdono buttandosi in ginocchio, il chè è commovente, ma di scarso rimedio. Circa tre settimane fa l'ho pescato all'osteria qui vicino che giocava a bocce nel giardino. Erano già le cinque del pomeriggio, più o meno, e lui si sventolava con un giornale indirizzato a me sin dalle nove del mattino.
"Lettere da Genova, Napoli ed altre città" Charles Dickens, a cura di L. Angelini, Archinto, 7,23 € *****/5

La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo

Comprai questo libro per il titolo, che fa molto british. Ora guardate il tipo serio e pensoso con l'indice alla tempia in copertina: ecco, quel tizio lì, non c'entra niente col romanzo: Sterne era un PAZZO.
Prendete questo romanzo come un’occasione unica per discorrere con un uomo del settecento dotato di un bizzarro senso dell’umorismo, folle nei suoi ragionamenti, e prodigo di doppi sensi- quando mai vi potrebbe capitare?

11 dicembre 2011

Vita da commessa (che all'occorrenza diventa vigile) - Il codice stradale è per pochi

Uno: Scusi, posso mettere la macchina in divieto di sosta?
Io: (già confusa dall'assurdità della domanda) Be', in teoria, no.
- Quanto si paga all'ora?
- In divieto di sosta??
- Sì, è domenica, non si paga, no?
- .... nel caso paga la multa...
- Va be', vado a chiedere al vigile.

10 dicembre 2011

Della vita

Quando l'uomo comincia a vivere di vera vita, quando cioè si solleva ad una certa altezza al di sopra della vita animale, da questa altezza egli vede l'illusorietà della propria esistenza animale, la quale termina inevitabilmente con la morte, vede che la sua esistenza sul piano è da ogni parte interrotta da abissi e, poichè non ammette che il suo esser giunto a quell'altezza sia la vita stessa, prova orrore di ciò che da quell'altezza ha visto guardando giù. Invece di riconoscere la propria vita nella forza che l'ha sollevato, e di andare lungo la direzione che così gli si sta rilevando, egli prova orrore di ciò che a quell'altezza gli si sta rivelando e apposta ne discende giù, va a mettersi il più in basso possibile, per non vedere i precipizi che gli si sono rivelati. [pg. 113]
"Della vita" Lev Tolstoj, Mondadori
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