27 novembre 2011

Canadesi bassi

Alle 22,30 ho acceso la tv, e c'era la fine di un film. C'era Babbo Natale – sì, Babbo Natale: barbone bianco, completo rosso, cappello, bordure pellicciate ovunque - che s'era sposato con una sui vent'anni, bionda, e aspettavano un bambino. Venivano a trovarli i suoceri – genitori di lei – che non sapevano che la figlia si era sposata con nientemeno che Babbo Natale, ma gli era stato detto che era un imprenditore nel ramo giocattoli, e parevano non aver niente in contrario alla mise del genero, come se una si sposasse col capo degli ovetti Kinder, e fosse normalissimo vederlo in giro vestito da coniglio pasquale. L'unica cosa che li preoccupava alquanto, pareva fosse che nella sua fabbrica di giocattoli lavorassero tipi strani che loro pensavano essere canadesi bassi – si sa che gli americani ce l'hanno un po' coi canadesi - e questa gli pareva l'unica cosa inaccettabile in quel matrimonio.
Così Babbo Natale, che anche lui ha la necessità di far colpo sui suoceri, li portava a fare un giro nella sua fabbrica, e qui finalmente i suoceri si rendevano conto che non erano canadesi bassi, ma elfi, e urlavano sollevati: Ma non sono canadesi bassi! E da questo fatto, e non dallo strano abbigliamento del genero, capivano immediatamente che la loro figlia aveva sposato Babbo Natale, ma non hanno dedicato alla scoperta più di 5 secondi, perchè continuavano a girare per la fabbrica sempre più sollevati che gli operai nani non fossero canadesi bassi. In questo delirio di assurdità, mi è venuto da pensare che gli americani devono proprio odiarli i canadesi, chissà perchè, o che i suoceri dovevano essere così sollevati perchè, presumibilmente, agli elfi non si pagano i contributi.
A questo punto ho spento la tv, ché non mi sembrava il caso di assistere al parto della moglie di Babbo Natale, e ho provato a immaginarmi l'inizio di un film così assurdo, ma non ci sono riuscita. Infine ho pensato che con cento anni di cinema alle spalle molti sceneggiatori non sanno più cosa inventarsi, e che il confine fra il già visto e l'assurdo deve essere sottile, e a volte la disperazione ti butta dritto dritto nell'assurdo.

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