16 novembre 2011

Vita di Oscar Wilde attraverso le lettere

Ogni singola opera d'arte è l'adempimento di una profezia. Perchè ogni opera d'arte è la conversione di un'idea in una immagine. Ogni singolo essere umano dovrebb'essere l'adempimento di una profezia. Perchè ogni essere umano dovrebb'essere la realizzazione di un ideale.
<Niente è più raro in alcun uomo>, dice Emerson, <di un atto suo proprio>. E' verissimo. Le persone per la maggior parte sono altri. I loro pensieri sono opinioni di qualcun altro, la loro vita una mimesi, la loro passione una citazione. Cristo non fu soltanto l'Individualista supremo, ma fu il primo della Storia. Si è tentato di farne un comune Filantropo, come i terribili filantropi del diciannovesimo secolo, o di classificarlo come Altruista presso coloro che non sono scientifici ma sentimentali. Ma in realtà non fu né una cosa né l'altra. Pietà egli ne ha, naturalmente, per i poveri, per coloro che sono rinchiusi nelle prigioni, per gli umili, per gli infelici, ma ha assai più pietà per i ricchi, per gli Edonisti induriti, per coloro che sprecano la loro libertà diventando schiavi delle cose, per coloro che portano vesti morbide e vivono nelle dimore dei Re.Ricchezze e piacere gli parvero in realtà tragedie più grandi di Povertà e Dolore. (..)Vivere per gli altri come aspirazione definita e consapevole non era il suo credo. Non era la base del suo credo. Quando egli dice <Perdonate i vostri nemici>, non lo dice per il bene del nemico, ma per il proprio, e perchè l'Amore è più bello dell'Odio. (...) egli indicò che non c'era alcuna differenza fra la vita degli altri e la vita propria. Con questo mezzo egli diede all'uomo una personalità estesa, titanica.
Veramente questo è il fascino di Cristo, una volta detto tutto. Egli stesso è similissimo ad un'opera d'arte. Non insegna veramente niente a nessuno, ma facendosi portare alla sua presenza si diventa qualcosa.
Solo quello che fa la propria forma è spirituale. Se non posso trovare il suo segreto all'interno di me stesso, non lo troverò mai. Se non l'ho già, non mi verrà mai.
Non esiste una singola degradazione del corpo che io non debba tentare di trasformare in una spiritualizzazione dell'anima.
Il mio solo errore fu di confinarmi così esclusivamente nel giardino, da trascurare l'altro lato per la sua ombra e la sua tenebra. Il fallimento, l'onta, la povertà, il dolore, la disperazione, la sofferenza, perfino le lacrime, le parole rotte che vengono alle labbra del tormento, il rimorso che ti fa camminare sulle spine, la coscienza che condanna, l'autoumiliazione che punisce, l'infelicità che si copre il capo di cenere, l'angoscia che sceglie per proprio indumento la tela di sacco, e che mette fiele in quel che beve - tutte queste erano cose di cui avevo paura. E poichè avevo deciso di non saperne niente, fui costretto ad assaggiarle tutte, una dopo l'altra, a nutrirmene, anzi, a non avere altro nutrimento che questo.
"Vita di Oscar Wilde attraverso le lettere" a cura di Masolino D'Amico, purtroppo non più in commercio. 

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