9 febbraio 2012

Il nostro comune amico

L'aspetto del povero Sloppy era piuttosto goffo: troppo lungo, troppo stretto, troppo angoloso. Uno di quegli esemplari di sesso maschile, dinoccolati, nati per rivelare con indiscreto candore i propri bottoni; infatti tutti quanti i bottoni che aveva sparsi su di sé fissavano il pubblico con innaturale intensità. Sloppy possedeva un capitale ingente di gomiti, ginocchia, polsi e caviglie, che, non sapendo come impiegare vantaggiosamente, investiva in azioni sbagliate, trovandosi quindi sempre in situazioni difficili. Sloppy era, insomma, un fantaccino scelto nella scomoda schiera di coloro che nella vita rappresentano la truppa; tuttavia era vagamente risoluto, a modo suo, a rimanere fedele alla bandiera.
"Il nostro comune amico" Charles Dickens, trad. Luca Lamberti, Einaudi

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