20 gennaio 2012

L'avventura di un povero cristiano

Ma è importante che un certo numero di cristiani mantenga vivo in sé quello che sembra prematuro per il mondo. [pg. 133]
La storia del breve papato di Celestino V, eremita eletto papa nel 1294 per ovviare alle inconciliabili divergenze politiche fra i vescovi del conclave, il papa del "gran rifiuto": si è infatti dimesso dopo pochi mesi per l'impossibilità di conciliare lo spirito del Vangelo con l'ordinamento ecclesiastico.

Il libro di Silone è senza fronzoli, una pièce teatrale. Lungi dalla condanna che si attribuisce a Dante per il gran rifiuto di Celestino V ("Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,/vidi e conobbi l'ombra di colui/che fece per viltade il gran rifiuto"), il ritratto di Silone è umano ed è tracciato nell'intento di evidenziare la profonda differenza che esiste fra i reali insegnamenti di Cristo e la Chiesa ("Fortunatamente Cristo è più grande della Chiesa" [pg. 25]); differenze che perdurano tutt'oggi e che già esistevano nel 1200, come testimonia la parabola di Pietro del Morrone: vero cristiano, francescano, sceglie una vita di povertà, in eremitaggio, votata alla preghiera ed alla spiritualità. Incoronato pontefice, dopo breve periodo deve ammettere di non riuscire a conciliare la sua fede e gli insegnamenti di Cristo con i giochi di potere, la ricchezza e i cerimoniali della Chiesa.
Non lasciate avvelenare il vostro cuore dall'odio verso i falsi cristiani che ci perseguitano. Quei disgraziati che fanno commercio di Cristo, meritano soltanto la nostra pietà. Malgrado l'oro che essi ammucchiano, sono dei poveretti da commiserare. Malgrado le armi, la servitù in livrea, le vesti di seta, il cerimoniale faraonico di cui si attorniano, quelli di essi che vi trovano piacere, sono degli incoscienti, gli altri, degli infelici. [pg. 133]
Venne imprigionato nella rocca di Fumone nel 1295 per ordine del suo successore, papa Bonifacio VIII, e qui muore. Viene canonizzato nel 1313.
E' probabile che torneranno di nuovo a offrirgli un compromesso. Non c'è dubbio che lui lo rifiuterà. E allora temo che l'uccideranno... E poi, poi lo faranno santo. Non cerchiamo di capire. Il destino di certi santi, da vivi, è tra i misteri più oscuri della Chiesa. [pg. 165]
Il maledetto  "a fin di bene". Figli miei, non lo dimenticate: c'è solo il bene, puro e semplice; non c'è "a fin di bene". (Pausa) Ora mi vergogno di tutto quello che feci a fin di bene, ad esempio, le astuzie per impadronirmi del monastero benedettino di Cassino. E di altre cose, di molte altre cose del genere. Ero veramente stupido. (Pausa) Servirsi del potere? che perniciosa illusione. E' il potere che si serve di noi. Il potere è un cavallo difficile da guidare; va dove deve andare, o meglio, va dove può andare o dov'è naturale che vada. Non puoi chiedere al cavallo di volare: se non vola, non gliene puoi far torto. Tu devi contentarti della soddisfazione di stare in alto. Lo stesso di può dire della curia di Roma: essa è quello che è. (Pausa) L'aspirazione a comandare, l'ossessione del potere è, a tutti i livelli, una forma di pazzia. Mangia l'anima, la stravolge, la rende falsa. Anche se si aspira al potere "a fin di bene", soprattutto se si aspira al potere "a fin di bene". La tentazione del potere è la più diabolica che possa essere tesa all'uomo [pg. 132]
"L'avventura di un povero cristiano" Ignazio Silone, Mondadori ****/5


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