2 gennaio 2012

Come Dio comanda

Ho resistito ben 20 pagine prima di convincermi di essere di nuovo di fronte all'ennesimo esempio di "letteratura" contemporanea italiana. Quindi premetto che il libro no, non l'ho finito, non ce l'ho fatta. Cos'è che affascina gli autori italiani a descrivere situazioni raccappriccianti di squallore? Il bello è che, tempo fa, vidi un'intervista di Salvatores, che ha girato il film di questo romanzo, che diceva che era "una storia d'amore".
Una storia d'amore???
Allora: se l'amore per la letteratura italiana è una storia di stupro alla "Non ti muovere" o una tipo questa, col padre che sveglia il figlio alle 3 di notte mettendogli una pistola in mano e dicendogli di andare a sparare al cane dei vicini perchè abbaia e, oltretutto, gli farebbe comodo un tappetino per il bagno in pelliccia, mi domando allora cosa sia la violenza, per questi esimi autori. Oltretutto, ci vuole una bella fantasia!
"Come Dio comanda" Niccolò Ammaniti, Mondadori, 10,50€ (se proprio dovete) */5

2 commenti:

  1. Io invece mi sono sforzata di leggerlo tutto, e di pagine non è che ne abbia poche... Anche perchè sono costretta ad ammettere che la scrittura era abbastanza accattivante (lasciando perdere il contenuto). Continuavo a ripetermi: dai, succederà qualcosa, tutto questo alla fine avrà un senso... E invece no. Arrivi alla fine e basta. Chiudi il libro e tutto quello che hai in testa è una domanda: EHMBE'?
    Terribile. Il mio ultimo Ammaniti. Bleah.

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  2. Complimenti per lo stoicismo! No, io non ce l'ho fatta a finirlo... ricordo ancora con orrore "Non ti muovere", che a suo tempo finii pur con mille dubbi, pentendomi infine per lo sforzo sovrumano e sotterrando molte delle mie speranze sulla letteratura italiana contemporanea. Anche "Acciaio" (non so se l'hai letto) per me è stato un altro libro da "ehmbe'?"

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