17 novembre 2011

Uomini che odiano le donne

La mia prima recensione su questo libro fu piuttosto favorevole. E' un thriller, in effetti, che mantiene le promesse di un buon thriller: personaggi ben caratterizzati, un intreccio interessante, atmosfere caratterizzanti. Non mi era piaciuta, come spesso mi capita coi thriller, la sequela di immagini raccapriccianti e di dettagli sanguinolenti, e mi ero chiesta, come sempre, dove sia la necessità di ammorbarsi la testa con simili figure truculente, ma tant'è: se sono un' ipercriticona, basta non leggere thriller, no?
Ora, a distanza di tempo, oltre alla critica intatta verso lo splatter libresco, se penso a questo libro ricordo molto poco. Mi infastidisce, per di più, la protagonista femminile, Lisbeth, in luce delle acclamazioni femministe che hanno avvolto i commenti sulla trilogia. Ora: proprio non capisco cosa ci sia di femminista in questo libro (o nei due successivi). E' un mistero. Questa povera Lisbeth, oltre ad avere avuto un'infanzia schifosa, ha incontrato ogni genere di pervertito, pazzo, criminale presente in Svezia. Incontri che l'autore descrive nel dettaglio, offrendoci un buon panorama enciclopedico delle possibili molestie sulle donne (o sugli esseri umani in generale, che non so quanto possono essere diverse le molestie sugli uomini e sulle donne). Il risultato è che la nostra femminista Lisbeth ne ha piene le scatole di tutti, e quindi si ritira di buon grado in una vita semi-nascosta, giurando vendetta al mondo, fregando grazie al computer ove può. Eremitaggio che non la salva comunque da un'altra serie di pazzi omicidi, e così via. Sì, ok, è una donna intelligente. Molto intelligente. E' questo il femminismo, quindi? Una donna intelligente? 
"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson, Marsilio, 14 €
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