17 gennaio 2012

Esperienza

L'esperienza vissuta, scrive Amis, è: "insuperabilmente autentica, e tanto generosamente e democraticamente dispensata. Il vissuto è la sola cosa che condividiamo equamente".
Non è solo il nostro corpo a cambiare continuamente, anche la personalità subisce un continuo, progressivo cambiamento, tanto che quando pensiamo ai nostri "io" del passato li guardiamo con un senso di simpatico straniamento, con bonaria tolleranza.
E' l'esperienza a mutarci così: "E' tutta esperienza, dispiace solo che debba essercene così tanta", scriveva il padre di Martin Amis, lo scrittore Kingsley Amis, ad un amico. Sì, perchè l'esperienza, oltre ad essere democratica, è anche estremamente varia: può essere dolorosa, amara, gioiosa... Tutti questi variabili tasselli ci compongono come individui: ma, in ultima analisi, è la nostra mente che li rielabora, scova analogie, crea connessioni. L'ordine cronologico, in questo libro, non ha alcuna importanza: Martin Amis scava nella sua stessa esistenza, e racconta tutte quelle esperienze che fanno di lui la persona che è. Il rapporto col padre, le sue traversie dentistiche, gli amici (un bel ritratto di Saul Bellow), la tragedia di sua cugina. Un flusso di coscienza frammentario, senz'altro, ma nell'insieme unico, in cui alcune esperienze ricorrono più di altre.
Bello soprattutto il ritratto del padre, famoso scrittore, uomo fragile ma geniale, costantemente in lotta con le sue paure. Ritratto che Martin Amis tratteggia sia attraverso le sue memorie che col generoso aiuto dell'opera di suo padre; dev'essere bizzarro avere uno scrittore in famiglia: la sua opera diviene complementare alla personalità, come delle note a margine della persona stessa, non so se mi spiego. E lo scritto è, spesso, più chiaro ed esplicito dell'individuo.
"Esperienza" Martin Amis, Einaudi, 19,50 € ****/5

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