7 novembre 2012

L'uomo che inventò il denaro **


Ci sono i periodi a tema.... abbandonato, anche questo, per quanto non mi piaccia non finire i libri. Questo in particolare ha una trama che sarebbe interessante, peccato che lo stile non sia per niente narrativo, ricercatezza necessaria sia per rendere la lettura più piacevole che per rendere meno evidenti i numerosi buchi nelle testimonianze che ci sono arrivate sulla vita di Law, che lasciano all'oscuro diversi anni della sua vita. In più lo stile scolastico è anche ridondante e prolisso, il che mette una pietra su qualsiasi curiosità potessi avere sull'inventore moralmente opinabile dell'economia moderna.
"L'uomo che inventò il denaro" Janet Gleeson, Rizzoli


6 novembre 2012

Una particolare specie di tentazione *


Badate bene, il mio giudizio pessimo deriva dal primo centinaio di pagine, perchè proprio non ce l'ho fatta a finirlo. Immagino che sull'onda di "Cinquanta sfumature di grigio" le case editrici abbiano aperto i cassetti mandando alle stampe qualsiasi cosa, minimizzando l'effetto "harmony" con copertine scevre di marcantoni muscolosi e bionde e boccolute donzelle (al loro posto, va forte l'oggettistica: piume, maschere, cravatte & co.).  La protagonista è inconsistente e tracciata talmente male da grondare incongruenze, i dialoghi sono ridicoli e cento pagine per parlare di hockey su ghiaccio e strategie di marketing sono decisamente troppe.
"Una particolare specie di tentazione" Savanna Fox, Sperling & Kupfer
*/5

4 novembre 2012

Il corpo umano ***


Secondo romanzo di Paolo Giordano, dopo "La solitudine dei numeri primi". Tratta della quotidianità di un gruppo di soldati in missione in Afghanistan. Il libro è nato proprio dai due viaggi che ha compiuto l'autore con i militari italiani (leggo su google), esperienza penso inevitabile per scrivere un romanzo con delle atmosfere così aliene e nitide. E' facile accostarlo a classici che trattano più o meno le stesse tematiche: l'ambiente fermo, desertico, vuoto, e il senso di attesa degli uomini, non possono non richiamare "Il deserto dei tartari" di Buzzati. Certo è che questo romanzo è lontano sia dalla penetrazione psicologica della Fallaci sia dalla maestria di Buzzati, ma Giordano ha comunque quello stile scorrevole che già mi aveva colpita ne "La solitudine dei numeri primi", e quindi il romanzo ti acchiappa ed è difficile non finirlo in un paio di giorni. La struttura corale sfiora tutti i personaggi, molti non ne ricevono una dimensione psicologica molto ricca, altri vengono approfonditi meglio, come il René in crisi di coscienza (seppur non si capisca perchè faccia il gigolò, come secondo lavoro), o il dottor Egitto. La cosa che più traspare negli uomini, insieme allo spaesamento, alla noia della missione, e alla paura, è il senso di inadeguatezza che proviene non dalla guerra "esterna" ma dalla battaglia con i propri fantasmi personali, un rimuginio incessante sulle proprie debolezze, incertezza tipica dei ventenni, seppur vestiti in tuta mimetica e armati di tutto punto. Altro aspetto su cui porre l'accento e che percorre tutto il romanzo, e sul quale penso si basi la doppia lettura del titolo, inteso come corpo "fisico" e unità militare, è la fisicità quasi bestiale, esasperata da una totale assenza di intimità.
"Il corpo umano" Paolo Giordano, Mondadori, 2012
***/5

2 novembre 2012

Germogliano sempre i noccioli ****



Un Simenon meno amaro del solito. Un uomo settantaquattrenne il cui unico rimpianto della vita è, forse, un po' di inerzia nei rapporti familiari, si fa cullare dalla calma e dall'abitudinarietà in cui ha costruito la propria vecchiaia, ed è tentato di tirare le somme della propria vita. Si rende conto, però, che nonostante la vecchiaia, "germogliano sempre i noccioli", ovvero che per quanto la sua vita sia quasi al termine, la forza vitale del mondo che lo circonda è immutabile. Capisce così che quella stessa forza vitale va coltivata anche in sè stessi, indipendentemente dall'età, senza abbandonarsi al passato. Bello.
Buona parte dei nostri mali deriva dal nostro stato d'animo, dal nostro morale. Ci mettiamo in uno stato di ricettività. È come se preparassimo un terreno favorevole alla malattia...
 "Germogliano sempre i noccioli" Georges Simenon
****/5


Quattrini in banca ***

Certamente non il miglior Wodehouse, ma comunque piacevole e divertente qui e là. Lord Uffenham ha investito i suoi averi nell'acquisto di brillanti, che poi ha nascosto in casa scordandosi il luogo. Nel frattempo per campare ha dovuto affittare la casa e lui si finge il maggiordomo per aver l'agio di cercare le pietre. Naturalmente si scatenano i soliti incastri di equivoci e bugie.
Gli altri personaggi sono Jeff Miller, avvocato che parla più di quanto pensa, la signora Cork, che fonde in sè la più spietata cacciatrice e la più inflessibile vegetariana, i coniugi Molloy, Chimp Twist, investigatore privato, Anna, nipote di Lord Uffenham e Lionel Green, nipote della Cork.
I pezzi migliori sono i consigli di cuore di Lord Uffenham. Il finale non è illuminante.
Il rumore proveniva dall’armadio. Nessun uomo onesto si sarebbe cacciato in un armadio, pensava Trumper con ragione. Ma se non aveva dubbi sulla effettiva presenza del ladro, era invece molto incerto sulla decisione da prendere. L’umanità può essere divisa grosso modo in due categorie: quelli che, consci della presenza di un estraneo nel loro armadio, ne spalancano decisamente lo sportello affrontando il malvivente; e quelli che questo non fanno. Eustace apparteneva alla seconda categoria.
"Quattrini in banca" P.G. Wodehouse, trad. Sirio Agnati, Mondadori, 1974
***/5

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